La Finanziaria regionale sbarca in aula per la settimana decisiva del 2025. Ancora una giornata di scaramucce generiche, quelle di oggi, visto che fino alle 17,30 i lavori d’aula sono ancora fermi alla discussione generale, una serie di interventi di natura politica pura. E mentre la politica si parla addosso dagli scranni di sala d’Ercole gli uffici preparano quello che in gergo viene chiamato il “bozzone d’aula” ovvero la finanziaria, articolo per articolo (134) come uscita dalla Commissione Bilancio accompagnata da tutti le proposte modificative, gli emendamenti, messi in fila ciascuno legandolo all’articolo che vuole modificare.

Domani si entra nel vivo

Per entrare nel vivo della manovra, quella che in gergo si chiama discussione dell’articolato, bisognerà aspettare domani pomeriggio. La maggioranza punta a giungere ad approvazione generale entro la fine della settimana. Una sfida non semplice visto che gli emendamenti proposti sono quasi tremila, la montagna più alta da scalare in un documento economico finanziario dall’inizio della legislatura.

La scrematura e la tentazione maxi emendamento

Quello che appare chiaro è che serva una scrematura. La finanziaria originale prevedeva neanche 30 articoli ma “la panna” è stata montata in commissione. Due i nodi sui quali c’è il rischio di scontro: i soldi necessari per portare almeno a 30 ore gli ex Pip (questo quello che chiedono restando in presidio stabile in piazza) a fronte di una equilibratura per tutti a 24 ore proposta dal governo; i 30 milioni che il governo ha trovato per i comuni dopo la protesta dell’Anci. Insufficienti per alcuni, da usare diversamente per altri.

E qui che si innesca la tentazione del maxi emendamento per tagliare tutto e tutti, scavalcare la pioggia di soppressi proposta dall’opposizione (circa 600 emendamenti del pd e altrettanti dei 5 stelle).

Il rimpasto sullo sfondo

E sullo sfondo restano le questioni politiche. Sullo sfondo non perché secondarie ma semplicemente perché non esiste volontà di affrontarle prima di aver raggiunto l’obiettivo essenziale dell’approvazione della finanziaria. Ci sono certamente da assegnare i due assessorati tolti alla Dc che attualmente Schifani regge ad interim ovvero il lavoro e famiglia da un alto, le autonomie locali e personale dall’altro. Uno lo richiede da tempo Grande Sicilia a partire dagli autonomisti. L’altro lo vorrebbero indietro i superstiti della Dc. Ma in ballo c’è anche una rotazione e, probabilmente, anche la sostituzione dei altre pedine a cominciare dalla voglia di dar vita ad una giunta “politica” per l’ultimo scorcio di legislatura il che comporta la sostituzione dei tecnici (Faraoni e Dagnino).

Non è certo un tema che si può affrontare oggi, in piena finanziaria. Senza considerare che il 13 gennaio c’è’ l’udienza per la richiesta di rinvio a giudizio dell’assessore al turismo Elvira Amata e attendere questa decisione che non dipende dalla politica ma che la influenza è cosa ampiamente consigliabile