Palermo ed Enna figurano tra le città italiane dove il saldo Imu pesa meno sui contribuenti. Secondo un recente studio della Uil, il versamento di dicembre sulla seconda casa ammonta in media a 195 euro a Palermo e a 460 euro a Enna, valori nettamente inferiori alla media nazionale di 488 euro per il saldo.
Dove è più cara la tassa
Il confronto con i grandi centri urbani del Centro-Nord evidenzia uno scarto significativo: a Roma il saldo medio arriva a 1.749 euro, a Milano a 1.479 euro, mentre a Firenze supera i 1.900 euro. Venezia si colloca poco sopra i 1.100 euro. Palermo è la città meno cara in assoluto, seguita da Pesaro e Cosenza (197 euro).
Oggi la scadenza del saldo Imu 2025
Il saldo Imu 2025 è in scadenza oggi e riguarda circa 25 milioni di contribuenti che hanno già versato l’acconto a giugno. L’imposta è dovuta dai proprietari e da altri titolari di diritti reali sugli immobili diversi dall’abitazione principale, comprese seconde case, immobili commerciali, aree edificabili e terreni agricoli.
Sono invece esclusi, tra gli altri, gli alloggi sociali, le case popolari e gli immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa destinati ad abitazione principale.
Perché a Palermo ed Enna l’Imu è più bassa
Le differenze territoriali non sono casuali. Le principali ragioni del minor carico Imu a Palermo ed Enna sono strutturali e trovano riscontro in dati istituzionali e analisi professionali:
Rendite catastali più basse
Come evidenziato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dall’Agenzia delle Entrate, il valore imponibile dell’Imu dipende in larga parte dalle rendite catastali. In Sicilia, e in particolare nelle aree interne come Enna, le rendite sono mediamente inferiori rispetto ai grandi centri metropolitani del Nord e del Centro Italia.
Valori immobiliari contenuti
Studi di mercato (tra cui analisi Nomisma e Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate) mostrano che i prezzi degli immobili a Palermo ed Enna sono sensibilmente più bassi rispetto a città come Roma, Milano o Firenze, incidendo direttamente sulla base imponibile.
Politiche fiscali comunali più prudenti
L’autonomia concessa ai Comuni, rafforzata dai decreti ministeriali sulle aliquote, consente agli enti locali di modulare la pressione fiscale. Nei Comuni con basi imponibili più fragili, come molte realtà del Mezzogiorno, le amministrazioni tendono a mantenere aliquote più contenute per non aggravare il carico sui contribuenti.
Il confronto con il resto d’Italia
Lo studio Uil conferma una frattura geografica netta. Le città con il maggiore gettito Imu coincidono con quelle a più alta densità abitativa, maggiore valore immobiliare e rendite catastali elevate. Al contrario, i capoluoghi del Sud e delle aree interne presentano un’imposta mediamente più bassa, ma anche un gettito complessivo ridotto.
A livello nazionale, il gettito annuo Imu supera i 19 miliardi di euro. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, oltre 26 milioni di proprietari sono coinvolti nel pagamento, per il 41% lavoratori dipendenti e pensionati.
Un’imposta sempre più differenziata
Il saldo di dicembre viene calcolato sulle aliquote aggiornate, che i Comuni possono ora differenziare in modo più articolato grazie al nuovo sistema ministeriale di trasmissione dei prospetti fiscali. Un meccanismo che rende le differenze territoriali ancora più evidenti e che spiega perché città come Palermo ed Enna restino ai livelli più bassi del prelievo Imu nazionale.






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