Il ritorno di Scateno. Rieccolo il leader di Sud Chiama Nord in versione “attacco”. Lancia il Movimento “Ti Amo Sicilia” annuncia che lascerà Sud Chiama Nord (la sua creatura) e predispone tutto per il “Governo di Liberazione“.
“Da oggi entra in campo Ti Amo Sicilia. Non è Sud Chiama Nord. È una scelta chiara, politica e programmatica” dice Cateno De Luca aprendo la conferenza stampa con la quale lancia il nuovo progetto. Lo fa chiarendo il perimetro e il significato dell’iniziativa che porterà al debutto ufficiale del Governo di Liberazione, in programma domenica 18 gennaio a Caltagirone.
Il 18 gennaio nasce il “governo di liberazione”
De Luca ha spiegato che il cambio di passo vede in campo il Centro Studi Ti Amo Sicilia, costituito a marzo 2025 e oggi pienamente strutturato: “Con l’entrata in campo del Centro Studi non svolgerò più attività di partito nelle competizioni elettorali. Da questo momento il mio impegno sarà orientato a spiegare cosa succederà in Sicilia nei prossimi mesi e cosa significa Governo di Liberazione”.
Il leader siciliano ha annunciato che il 3 gennaio a Catania formalizzerà il proprio commiato da Sud Chiama Nord, sottolineando che “la geografia politica all’Ars è destinata a cambiare già nelle prossime settimane”.
L’iniziativa del 18 gennaio a Caltagirone, ispirata all’Appello ai liberi e forti di don Sturzo, sarà un momento aperto a tutte le componenti istituzionali e sociali: parlamentari regionali, nazionali ed europei, sindaci, amministratori locali, forze sociali, forze datoriali, Anci, terzo settore e ordini professionali.
“Sarà il momento in cui presenterò il mio modello di Sicilia e come agirà il Governo di Liberazione – ha spiegato De Luca – con un principio guida chiaro: la Sicilia al di sopra dei partiti”.
Il nuovo corso ispirato a De Gasperi
A fondamento del nuovo corso, De Luca ha richiamato tre pilastri degasperiani: chiarezza di idee, precisione di linguaggio, distinzione delle responsabilità.
Nel corso della conferenza stampa, De Luca ha annunciato la nascita di un intergruppo parlamentare all’Ars, aperto a tutti i deputati che condividano il progetto: “Non ho preclusioni politiche né personali. Chi vuole esserci, ci sarà. Chi si imbarazza, se ne assumerà la responsabilità”.
Un intergruppo che avrà una funzione chiara: “Dare una svegliata al governo Schifani. Non possiamo continuare a pettinare le bambole”.
Durissimo attacco alla maggioranza
Durissima l’analisi sull’azione dell’esecutivo regionale: “Non c’è una riforma, una sola, portata a termine da questo governo. Dieci passi avanti e venti indietro. La legge di stabilità è diventata il simbolo di un metodo che mortifica il Parlamento”.
Secondo De Luca, il presidente Schifani “non ha più una maggioranza politica” e l’esecutivo “è ostaggio delle proprie faide interne”. Da qui l’annuncio di una nuova fase: “Il senso di responsabilità non può essere a fondo perduto. O c’è un cambio di passo vero o questa legislatura è destinata a chiudersi. Schifani si presenti in Parlamento con la giunta azzerata e, visto che non c’è più alcun collegamento politico con gli altri partiti di maggioranza, faccia un’operazione matematica, attribuisca un assessorato ogni quattro deputati, così tutti i capi tribù che hanno alimentato queste faide verranno da questo punto di vista accontentati; ovviamente, in questo ragionamento dovrà ripristinare anche i due assessorati della Democrazia Cristiana, considerato che i due assessori non avevano nulla a che vedere, a differenza di altri assessori di altri partiti, con dinamiche giudiziarie”.
Un attacco alla finanziaria
Nel mirino anche la gestione del Bilancio regionale e la mortificazione del lavoro parlamentare: “Non si possono far votare provvedimenti in Commissione e poi stralciarli sistematicamente. Così si calpesta la dignità dei deputati e si svuota il Parlamento”.
De Luca ha concluso ribadendo la linea politica: “Io non sono per tirare a campare. O si riparte da zero, con un segnale politico chiaro, oppure si abbia il coraggio di staccare la spina e tornare al voto. Con la pelle dei siciliani non si gioca più. Noi andiamo avanti con la nostra strategia, che riguarderà anche un intergruppo che nascerà nel Parlamento siciliano e che tradurrà in proposte legislative l’elaborazione riformatrice del Governo di Liberazione”.






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