Paige Seifert è una giovane ingegnera di Denver, in Colorado. Aveva solo 24 anni quando le è stato diagnosticato un tumore al colon allo stadio tre, una forma avanzata della malattia. Oggi ha 25 anni, è in remissione ed è libera dal cancro, ma solo dopo mesi di cure pesanti, che hanno cambiato radicalmente la sua vita.

Il suo racconto arriva in un momento storico in cui medici e ricercatori osservano con crescente preoccupazione un aumento dei casi di tumore intestinale tra le persone sotto i 50 anni. Una tendenza che mette in discussione certezze consolidate e che rende ancora più urgente parlare di sintomi, prevenzione e consapevolezza.

La giovane americana ha deciso di condividere la sua esperienza per lanciare un messaggio chiaro. Ci sono segnali che non vanno mai sottovalutati, anche quando l’età sembra escludere il peggio.

Paige pensava di essere sana. Faceva sport, conduceva una vita attiva e non aveva fattori di rischio evidenti. Eppure il suo corpo stava cercando di dirle qualcosa, attraverso tre sintomi che lei stessa ammette di aver ignorato troppo a lungo.

Solo dopo una colonscopia, eseguita “per sicurezza”, è arrivata una diagnosi che nessuno si aspettava. A quel punto la malattia era già in fase avanzata.

Una diagnosi che arriva troppo tardi

Quando Paige Seifert ha iniziato a notare qualcosa di strano, non ha pensato subito al cancro. Il primo segnale è stato il sangue nelle feci, comparso nell’agosto dell’anno precedente alla diagnosi. Un sintomo che molte persone associano a condizioni comuni e spesso benigne.

Lei stessa lo ha fatto. Ha pensato alle emorroidi, un disturbo diffuso che può causare sanguinamento rettale. Anche il medico che ha consultato, visto due volte, ha condiviso questa ipotesi.

“Sono andata dal medico, che ha detto che ero troppo giovane perché si trattasse di cancro e pensava che fossero emorroidi”, ha raccontato.

Accanto al sanguinamento, Paige avvertiva dolori addominali intermittenti. Non erano costanti, non sempre intensi. Proprio per questo li ha sottovalutati.

“Per me era molto sporadico. Non lo avevo sempre, ma quando succedeva, sentivo come se qualcosa non andasse – ha spiegato – Che si trattasse di nausea, dolori allo stomaco e crampi”.

Il terzo sintomo era una stanchezza profonda, difficile da spiegare. Anche questa è stata archiviata come stress, mancanza di sonno o normale affaticamento.

“So che questo può essere attribuito a un sacco di cose diverse, che si tratti di lavoro, mancanza di sonno o esercizio fisico – ha detto – Ma questo, unito a tutto il resto, è stato un grande indicatore per me”.

Solo nel gennaio 2025 Paige ha deciso di rivolgersi a un gastroenterologo, più per prudenza che per reale allarme. La colonscopia ha cambiato tutto.

“Quando il mio gastroenterologo mi ha fatto la colonscopia, appena è entrato ha visto il tumore e ha capito che era cancro – ha raccontato – Mi sono svegliata dopo la procedura e lui è venuto a dirmi che era ‘senza dubbio cancro'”.

In quel momento la paura ha preso il sopravvento: “Mi sentivo male allo stomaco. Era una sensazione che non avevo mai provato in vita mia – ha affermato – ‘La mia mente ha pensato subito: ‘Sto per morire?’ È stata una sensazione orribile'”.

Cosa significa avere un tumore al colon in stadio tre

Gli esami successivi hanno chiarito la gravità della situazione. Il cancro era allo stadio tre, una fase in cui la malattia ha iniziato a diffondersi oltre l’intestino, rendendo le cure più complesse.

La differenza tra una diagnosi precoce e una tardiva è enorme. Nel tumore al colon, lo stadio uno indica una malattia confinata all’intestino. In questi casi il tasso di sopravvivenza a cinque anni è intorno al 90 per cento.

Quando si arriva allo stadio tre, come nel caso di Paige, la sopravvivenza a cinque anni scende a circa il 65 per cento. Un dato che pesa, soprattutto considerando che molti giovani non vengono considerati a rischio.

I medici sono chiari. Intercettare la malattia in fase iniziale offre più opzioni terapeutiche, dalla chirurgia alla chemioterapia, con maggiori probabilità di successo.

Paige ha dovuto affrontare 12 cicli di chemioterapia, descritti da lei stessa come estenuanti, seguiti da un intervento chirurgico importante. Oggi è in remissione, ma il percorso è stato lungo e segnante.

Se il tumore raggiunge lo stadio quattro, quando si diffonde ad altri organi, la prognosi cambia drasticamente. In quel caso il tasso di sopravvivenza a cinque anni scende a circa il 10 per cento.

I sintomi da non ignorare mai

La testimonianza di Paige Seifert si inserisce in un contesto più ampio di allarme sanitario. Studi recenti hanno evidenziato che i pazienti più giovani presentano spesso segnali diversi rispetto alle persone più anziane.

Tra i sintomi più comuni nei giovani sotto i 50 anni ci sono:

  • sanguinamento rettale
  • cambiamenti nelle abitudini intestinali
  • dolore addominale
  • aumento della frequenza delle evacuazioni

Il dolore addominale, spiegano i medici, può essere causato da una massa che crea un’ostruzione parziale dell’intestino. Questo può provocare crampi, gonfiore, nausea e, nei casi più gravi, vomito.

Anche la stanchezza cronica ha una spiegazione precisa. Nei pazienti con tumore al colon è spesso legata all’anemia, una carenza di ferro causata da perdite di sangue lente e non visibili. Inoltre la malattia può alterare l’equilibrio delle citochine, proteine coinvolte nei processi infiammatori, aumentando la sensazione di affaticamento.

Altri segnali da tenere sotto controllo includono:

  • perdita di peso inspiegabile
  • fiato corto
  • sensazione di evacuazione incompleta
  • diarrea persistente o feci più molli
  • feci molto sottili, a forma di matita

Questi ultimi possono indicare un restringimento dell’intestino dovuto alla presenza di un tumore.

Perché il tumore al colon colpisce sempre più giovani

L’aumento dei casi tra gli under 50 è uno dei temi più discussi negli ultimi anni. I medici parlano di un incremento netto nell’ultimo decennio, senza una causa unica e certa.

Le ipotesi avanzate dagli esperti sono molteplici. Alcune riguardano l’esposizione in età infantile a batteri come l’E. coli. Altre chiamano in causa quello che viene definito “invecchiamento accelerato”, legato a stili di vita moderni.

Si parla anche di sostanze chimiche presenti negli alimenti e negli imballaggi, microplastiche e additivi. Alcuni studi hanno puntato il dito contro il consumo elevato di cibi ultra-processati. Altri ricercatori hanno suggerito un possibile ruolo di alcuni oli di semi, anche se su questo punto il dibattito è ancora aperto.

Gli scienziati sono concordi su un aspetto. Non esiste, al momento, una causa confermata. La ricerca è in corso e richiederà tempo per arrivare a risposte definitive.

Nel frattempo, la prevenzione passa soprattutto dall’ascolto del proprio corpo e dalla capacità di non minimizzare segnali persistenti.

Lo sapevi che…?

  • Il tumore al colon è uno dei più comuni nei Paesi occidentali.
  • In molti casi i sintomi iniziali sono lievi e intermittenti.
  • Il sangue nelle feci non è mai un segnale da ignorare, anche quando sembra spiegabile.
  • La diagnosi precoce può evitare interventi invasivi e terapie aggressive.

FAQ – Le domande più cercate online

Il tumore al colon può colpire anche i giovani?
Sì. I casi sotto i 50 anni sono in aumento e non sono più considerati rari.

Il sangue nelle feci indica sempre un cancro?
No, ma è un segnale che va sempre approfondito con un medico.

La stanchezza può essere un sintomo?
Sì. Può essere legata ad anemia o ai processi infiammatori causati dal tumore.

Se non ho dolore devo preoccuparmi?
Sì. Alcuni tumori non provocano dolore nelle fasi iniziali.

La colonscopia è l’unico esame utile?
È uno degli strumenti più efficaci per individuare lesioni e tumori del colon.

Fonte: Daily Mail.