Un uomo di 83 anni, totalmente cieco a causa di due patologie, ha recuperato parzialmente la vista grazie all’autotrapianto dell’intera superficie oculare – cornea, una parte di sclera e la congiuntiva – da uno dei suoi occhi.
L’intervento – il primo al mondo nel suo genere – è stato eseguito all’ospedale Molinette di Torino dal professor Michele Reibaldi (direttore della Clinica oculistica universitaria Molinette) e dal professor Vincenzo Sarnicola, tra i maggiori esperti al mondo di chirurgia corneale.
L’anziano aveva perso da 30 anni la vista dall’occhio sinistro per una cecità retinica irreversibile e negli ultimi 10 anni era divenuto cieco dall’occhio destro per una patologia rara. Il prelievo dall’occhio sinistro, irrecuperabile dal punto di vista funzionale, ma con una buona superficie oculare, gli ha consentito di tornare a vedere.
E.B., queste le iniziali del paziente, ha detto: “Quando mi sono risvegliato e ho iniziato a vedere i contorni delle mie dita e della mano, è stato come nascere di nuovo”.
Chi ha operato
A operare l’83enne un’équipe costituita dal professor Michele Reibaldi, direttore della Clinica oculistica universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino ed esperto chirurgo retinico, e dal professor Vincenzo Sarnicola, presidente della Società italiana della cornea e della staminalità della superficie oculare (SICSSO) e consigliere del direttivo della Società italiana di scienze oftalmologiche (S.I.S.O.), coadiuvato dalla sua collaboratrice Enrica Sarnicola.
Cos’è l’autotrapianto?
L’autotrapianto, anche chiamato trapianto autologo, è una procedura chirurgica in cui il tessuto o l’organo del paziente viene prelevato e poi reimpiantato in una diversa parte del suo corpo. Questo tipo di trapianto viene eseguito per sostituire il tessuto danneggiato o malato con del tessuto sano prelevato dallo stesso paziente, evitando così i problemi di compatibilità tra donatore e ricevente.
L’autotrapianto può essere eseguito su una vasta gamma di tessuti e organi del corpo, inclusi pelle, ossa, muscoli, tendini e vasi sanguigni. Questa tecnica è spesso utilizzata per ricostruire parti del corpo danneggiate da traumi, malattie o interventi chirurgici.
L’autotrapianto è una procedura molto sicura perché il paziente utilizza il proprio tessuto, riducendo notevolmente il rischio di rigetto. Inoltre, l’uso del proprio tessuto consente di ridurre anche il rischio di infezioni e di trasmissione di malattie infettive.
Tuttavia, l’autotrapianto richiede una adeguata valutazione e pianificazione da parte del chirurgo per garantire il successo della procedura. Il tessuto prelevato deve essere maneggiato con cura e il paziente deve seguire una terapia postoperatoria adeguata per garantire una corretta guarigione.






Commenta con Facebook