Msc Crociere ha annunciato, nelle settimane scorse, l’addio, a partire dal 2024, al porto di Siracusa. Ne sono state avanzate tante ipotesi sulle ragioni di questa scelta, tra cui logiche di mercato, ma dal racconto di un archeologo e guida, con tanto di licenza rilasciata dalla Regione siciliana, emergerebbero altri aspetti.

Il nodo dell’abusivismo

Uno di questi è l’abusivismo, legato alla mobilità degli stessi crocieristi accolti non da tassisti o servizi di navetta pubblici ma da conducenti di apecalissini, perlopiù abusivi, ed è tutt’ora in corso al Comune una procedura per regolamentare il servizio.

“Lapari al posto di taxi, tende per accogliere turisti”

“Ho constatato, e vi invito a farlo con me, che quando – racconta in un post sui social l’archeologo e guida – l’unica forma di promozione turistica è volta all’illegalità (lapari che sostituiscono i taxi, attività ristorative a go-go, b&b abusivi) e all’approssimazione, come una tenda da campeggio approntata sotto bordo dove i crocieristi non trovano l’uscita, perché bloccata da un numero ormai fuori misura di api calessino che “offrono” tour guidati per cifre allucinanti, dove i taxi non riesci più neanche ad individuarli in mezzo a quel caos”.

Perché Costa preferisce Catania

Nella sua analisi, la stessa guida siracusana ritiene che, alla luce di questa situazione di grave abusivismo, Costa crociere, altra compagnia di livello internazionale, preferisce mantenere lo scalo di Catania, da cui poi organizzare i tour a Siracusa. “Questo basta e avanza per proporre Siracusa solo ed unicamente come meta di escursione dal porto di Catania, così come avviene per Costa” spiega la stessa guida.

Msc ha chiesto investimenti alla Regione

Nel comunicato di Msc in cui ha annunciato la sua decisione di lasciare Siracusa, facendo, però, intendere che potrebbe esserci un ritorno, i manager hanno lanciato un messaggio alla Regione siciliana, cioè di provvedere a realizzare degli investimenti. Di questi investimenti ha parlato, in quei giorni, il vicesindaco di Siracusa, Edy Bandiera.

“Il Comune di Siracusa, in questi anni, ha messo a disposizione – dice il vicesindaco di Siracusa, Edy Bandiera –  una struttura pubblica, l’Urban center, per le procedure legate all’attività di imbarco e sbarco. Se hanno avuto bisogno del Comune per avere un sito è chiaro che è carente l’infrastruttura portuale, di cui una parte importante ce l’ha certamente la Regione. Ricordo di un progetto di una stazione marittima a Siracusa ma l’amministrazione comunale, per venire incontro alle esigenze della compagnia, ha concesso l’uso dell’Urban center”.