«Siracusa, e l’isola di Ortigia in particolare, è il luogo del mondo che più mi somiglia: è isola nell’isola, separata ma al centro della storia della città». Così Sara spiega il legame con la città di cui ama scoprire e raccontare gli angoli meno conosciuti. La sua voce corre allora tra le meraviglie di Ortigia, nutrendone l’identità corale su Loquis, la piattaforma digitale che raccoglie le storie raccontate da chi abita o attraversa un territorio e ne lascia orma sonora alla comunità degli altri viaggiatori.

In occasione della giornata internazionale della voce, l’app di travel podcast ideata da Bruno Pellegrini e fondata con Fabrizio Cialdea inaugura il canale “100 voci per 100 luoghi”: 100 nuovi podcast, uno per ogni capoluogo di provincia italiana, pubblicati in contemporanea per tracciare una nuova mappa di storie, tradizioni e curiosità. Ogni contributo è curato dai professionisti e professioniste della voce che fanno parte della Loquis Factory, un network appassionato e creativo per il podcasting autoriale di viaggio che espande i numerosi contenuti già offerti spontaneamente dagli utenti. Tra i vari contributi, l’atlante di luoghi parlanti ha una sezione dedicata a Siracusa con affondi curati da Sara Mostaccio.

Traduttrice, giornalista e curatrice della guida sulla Sicilia per Lonely Planet, Sara passa dalla scrittura alla voce perché «mi sembra che la narrazione a voce recuperi l’antico amore dell’umanità per i racconti orali e renda tutto più intimo, coinvolgente e personale. Specie quando le storie raccontate sono minori, nascoste o poco conosciute, mi sembra di svelare un segreto all’orecchio di chi mi ascolta». È il caso della Graziella, minuscolo quartiere dell’isoletta dove le case vacanze sono ancora poche e «di sera si portano fuori le sedie del soggiorno e si chiacchiera con le vicine nel Ronco, tra panni stesi e vasi di succulente. Qui non ci sono locali, ristoranti, botteghe di notte si sente solo l’eco dei passi di chi torna a casa per i vicoli».

Oltre l’idea del viaggio come bene di consumo e il format della recensione geolocalizzata, la nuova scoperta del territorio passa per un vero incontro con la sua identità e la sua comunità. Anche perché «tra queste viettine si perde anche Google Maps». Come avveniva negli scambi tra viandanti, per riappropriarsi del luogo ci si affida alla voce, tra l’odore del mare e quello di melanzane fritte, «le porticine e i balconcini dietro cui vivono ancora gli ortigiani». All’insegna di un nuovo umanesimo digitale, Loquis invita tutti gli amanti dell’immenso patrimonio che precede e accompagna quello visibile, nelle storie di chi ha edificato parte dell’immaginario legato a un particolare luogo, a offrire la propria versione. Questo atlante sonoro ha infatti pagine infinite ancora da scrivere. Un’opportunità aperta a tutti i podcaster su Loquis per contribuire ad arricchire il racconto delle storie del mondo, per essere parte attiva di questa esperienza unica, contribuendo con il racconto dei propri luoghi a ispirare chi viaggia a riscoprire la bellezza del reale con occhi nuovi.

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