“Basta omicidi sul lavoro”. Protesta davanti alla sede di Amap a Palermo. Un gruppo di lavoratori ed iscritti al sindacato USB ha manifestato questa mattina in via Volturno in seguito a quanto accaduto ieri a Casteldaccia. Cinque lavoratori hanno perso la vita all’interno di un cantiere per manutenere il sistema fognario della zona. Fra le vittime figurano quattro dipendenti di una ditta privata e un lavoratore interinale di Amap. Il sit-in si è tenuto intorno alle 11. Una mobilitazione che segue allo sciopero generale di quattro ore indetto questa mattina dai sindacati di Cgil, Cisl e Uil.

La protesta sotto la sede dell’Amap

A spiegare le ragioni della protesta è stato il rappresentante sindacale della USB Palermo Giorgio Martinico. “Quello che è successo ieri non può essere derubricato come una fatalità. La mattanza di lavoratori e lavoratrici nella nostra Regione deve finire. Per farlo serve che politica ed imprenditoria si assumano le loro responsabilità”. Le statistiche in Sicilia parlano chiaro. Sono diciotto i morti sul lavoro dall’inizio del 2024. “I numeri sono ormai incommentabili – sottolinea Martinico -. Ci sono logiche sbagliate che portano a queste tragedie. E’ arrivato il momento di affrontarlo con interventi seri e con un cambio di prospettiva”.

“Basta omicidi sul lavoro”

Ad accompagnare la protesta uno striscione dai toni forti. Il drappo riporta infatti la scritta “Basta omicidi sul lavoro”. Un messaggio che l’USB ha tenuto a puntualizzare. “Consideriamo le morti sul lavoro degli omicidi veri e propri. Da anni lavoriamo su una proposta di legge per introdurre il reato di lesioni gravi, gravissime ed omicidio sul lavoro. C’è una proposta di legge firmata dal senatore Pirondini depositata a Palazzo Madama. C’è una petizione la cui prima firmataria è Emma Marrazzo, la madre di Luana D’Orazio, ragazza morta tragicamente in azienda lo scorso anno. E’ arrivato il momento di chiedere alla politica e all’imprenditoria di prendersi le proprie responsabilità”.

L’attacco alla riforma dei subappalti

Parentesi poi sulle recenti novità in ambito di politiche del lavoro, soprattutto in ambito edile. “Basta con la logica di appalti e subappalti in cui nessuno sembra avere responsabilità. Si finisce per dare la colpa agli stessi operai deceduti in questo tipo di tragedie. Questo è inaccettabile. La colpa è di chi deve garantire la sicurezza sul lavoro e la cultura della stessa. E’ arrivato il momento di dire basta”.

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