Cinque morti nell’incidente di Casteldaccia. Diciotto vittime da inizio 2024. E’ un bilancio nero quello del mondo del lavoro siciliano. All’indomani dell’ennesima tragedia, questa volta avvenuta in un impianto di sollevamento fognario, i sindacati hanno indetto uno sciopero generale davanti alla Prefettura di Palermo. Dalle 9, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno presenziato in via Cavour. Circa trecento i presenti, alcuni dei quali saranno ricevuti dal Prefetto Massimo Mariani. I manifestanti hanno intonato un coro dal chiaro messaggio: “Basta morti sul lavoro”. Duro il commento dei sindacalisti, i quali hanno puntato il dito contro la politica. Ciò in particolare per l’assenza di norme sulla formazione e sulla sicurezza degli operai.

Tragedia di Casteldaccia, sciopero generale a Palermo

Una vera e propria tragedia in cui hanno perso la vita quattro dipendenti di una ditta esterna (Quadrifoglio S.r.l.) e un lavoratore interinale di Amap. Un sesto si trova attualmente ricoverato nel reparto di terapia intensiva permanente dell’ospedale Policlinico di Palermo. “Torniamo in piazza con quattro ore di sciopero generale, otto per i lavoratori edili – ha dichiarato Leonardo La Piana, segretario generale della Cisl Palermo-Trapani. Lo facciamo perchè quello che è avvenuto a Casteldaccia è assurdo. Sta diventando una prassi. Una cosa che accade troppo spesso. C’è qualcosa che non funziona. I lavoratori e le lavoratrici sono la parte debole di questo sistema”.

“Responsabilità politica, basta corone su luoghi delle tragedie”

A ricostruire la dinamica dell’ennesima tragedia sul lavoro saranno gli inquirenti. Ma per i sindacalisti le colpe sono principalmente del mondo politico. “Le cause che stanno a monte di questa tragedia le sappiamo già – dichiara Mario Ridulfo, segretario generale a Palermo della Cgil -. Stanno nelle leggi votate dal Parlamento che hanno determinato la precarietà nel mondo del lavoro e anche nella vita delle persone. Un lavoratore fragile, precario e ricattabile. E un lavoratore ricattabile, purtroppo, rischia la vita. E’ difficile rifiutare di fare una determinata azione. Le cause stanno a monte”.

La solidarietà dei lavoratori

In piazza c’erano anche i colleghi di Giuseppe La Barbera, lavoratore interinale di Amap che ha perso la vita ieri. Le parole stanno a zero. E’ tanta invece la rabbia e il dolore per quanto accaduto. Frustrazione espressa anche da altri lavoratori edili. Come Andrea Costa, impiegato all’interno del cantiere del collettore fognario di Palermo. “E’ una tragedia immane. Erano dei colleghi lavoratori. Siamo qui per esprimere la nostra solidarietà ai lavoratori. Adesso basta. Non si può morire di lavoro in Sicilia”. Un sit-in che sarà seguito alle 11 da un presidio davanti alla sede di Amap di via Volturno.

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