“Ci vado io, ci vado io. E’ stato il primo a scendere nell’impianto. Si poteva godere la pensione ed era il primo che interveniva”. E’ quanto ha raccontato Paolo Sciortino, uno degli operai scampati alla strage di Casteldaccia. Nessuno degli operai ci ha pensato un secondo. Sono scesi uno dietro l’altro in soccorso del loro capo della Quadrifoglio Group srl, Epifanio Alsazia, che amavano. Il primo che interveniva quando qualcosa andava storto.

Morti uno dietro l’altro

Sono morti uno dietro l’altro. Sono i sopravvissuti che dovranno spiegare perché il titolare è sceso nella vasca e se è successo altre volte come sussurra qualcuno anche se l’appalto dell’Amap non lo prevedeva. “Ho sentito una voce che gridava “aiuto, aiuto”, “Venite qua, venite qua”, e mi sono avvicinato. Di solito è un intervento che si fa con la mascherina”, aggiunge Sciortino, che si è salvato perché è stato l’ultimo a entrare nell’impianto e si è fermato in tempo ed è ricoverato all’ospedale di Termini Imerese. Tra le vittime il titolare settantenne. E aggiunge: “Non era la prima volta che intervenivamo, già in altre due occasioni abbiamo lavorato lì e non c’era questa situazione è accaduto qualcosa”.

La dose killer di idrogeno solforato

C’era una dose di idrogeno solforato dieci volte oltre il massimo tollerabile dall’uomo, in quella maledetta vasca a Casteldaccia. Secondo le rilevazioni dei vigili del fuoco, lo strumento adatto per le rilevazioni segnava 100, quando oltre 10 si rischia la vita. Non solo: 100 è il massimo rilevabile dalle apparecchiature, quindi probabilmente il dato era ancora maggiore. Così sono morti i cinque operai ieri pomeriggio a Casteldaccia.

Non sarebbero dovuto scendere in quella vasca

Gli operai non sarebbero dovuti scendere nella vasca. Non era previsto nell’appalto. Il lavoro doveva essere svolto in superficie. Uno spurgo dai pozzetti, tanto che gli operai avevano in dotazione una pala meccanica per rimuovere i pozzetti e un auto spurgo per eseguire gli interventi di pulitura dell’impianto fognante.

 

La ricostruzione della Polizia

Gli agenti della squadra mobile hanno lavorato senza sosta per cercare di capire cosa fosse successo ieri in via Nazionale a Casteldaccia dove hanno perso la vita cinque operai. Gli agenti non hanno trovato né maschere né gas allert perché non era previsto il loro intervento nella vasca. Da capire cosa sia successo e per quale motivo gli operai hanno deciso di entrare sotto nella vasca e scendere quelle scale dove hanno trovato la morte. Del resto l’Amap, la società che gestisce il servizio idrico a Palermo e in oltre cinque comuni lo aveva spiegato.

 

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