Le autorità cinesi hanno aggiornato il bilancio ufficiale delle vittime e dei casi di contagio del coronavirus: 80 morti e 2.744. Inoltre, a Hubei, epicentro del virus, le vittime sono 24 e sono stati registrati 371 nuovi casi.

Il governo di Pechino, inoltre, ha preso la decisione di prorogare le festività per il Capodanno cinese di tre giorni fino al 2 febbraio con lo scopo di combattere la diffusione della polmonite virale. Infatti, i cinesi sarebbero dovuti tornare a lavorare venerdì 31 gennaio, dopo sette giorni festivi, che si traducono in centinaia di milioni di viaggi in tutta la Cina.

Il Giappone, intanto, si è attivato per consentire ai propri cittadini di lasciare la città di Wuhan a bordo di un aereo charter. Il trasferimento avverrà domani, martedì 28 gennaio. Al momento, hanno fatto sapere dal Ministero degli Esteri di Tokyo, sono stati contattati 430 dei 700 giapponesi presenti nella città – focolaio dell’epidemia.

Da segnalare, poi, il falso allarme all’Ospedale San Martino di Genova. Come riportato su Facebook da Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, «la donna ricoverata a Genova per fortuna non è affetta dal virus che arriva dalla Cina. Sono stato tutto il giorno a contatto con la nostra sanità per avere informazioni e vorrei ringraziare i nostri medici per il loro intervento efficiente e tempestivo, fatto con grande prudenza e senza creare allarmismo. Grazie a voi e a tutti gli infermieri, gli operatori sanitari che oggi, come ogni giorno, lavorano per la nostra salute, con competenza e generosità! Continuiamo a tenere alta l’attenzione».

Infine, in una nota, Ivana Jelinic, presidente della Fiavet (Federazione Italiana delle Agenzie di Viaggio e delle Imprese del Turismo), ha ricordato che «ogni anno ben 200.000 italiani si recano in Cina per turismo. In queste ore sono in costante contatto con le autorità sul posto. In questo momento la situazione è monitorata, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto tutta l’area interessata dal virus sotto osservazione. Ricordiamo che non tutta la Cina è chiusa ma essendo quella in atto una situazione mutevole non è possibile fare una previsione di ciò che potrebbe accadere o evolversi nelle prossime ore. Dunque in Cina bisogna evitare luoghi di assemblamento, bisogna dotarsi sempre di mascherina anche a causa dello smog in alcune città, consumare cibi rigorosamente ben cotti e mettersi in viaggio solo se si è in perfetta condizione di salute, non bere acqua dalle fontane ma solo da bottigliette ben sigillate, usare i disinfettanti per le mani, portare dietro sempre le medicine di uso comune, sia gli italiani che sono già in Cina che coloro i quali hanno in programma di partire sarebbe opportuno che si mettessero in contatto con i propri agenti di viaggio e fare esclusivamente con loro una valutazione immediata della situazione».

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