• Secondo la ricerca “Naviganti allerta” su bambini e social solo pochi si rivollgono agli adulti
  • La percentuale cambia se i bambini vengono informati dei pericoli
  • I divieti non sono efficaci a fronteggiare il problema
  • Appello dell’Associazione DonnAttiva che mette la ricerca a disposizione delle autorità

La drammatica scomparsa della piccola Antonella, in seguito ad un gioco estremo verosimilmente suggerito da un social, ha acceso un aspro dibattito in cui s’inseriscono appelli di esperti ed operatori del settore. A questi si è unito quello dell’associazione “Donnattiva”, che opera anche nel settore delle donne in difficoltà, e della psicologa Alessandra Palma.

L’appello dell’associazione è quello di fare attenzione al rapporto fra i minori e i media. Alessandra Palma, qualche anno fa, da componente del Corecom, nell’ambito della delega dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sulla Vigilanza e Tutela dei minori, ha presentato i risultati della ricerca “Naviganti allerta”, condotta su un campione di bambini dell’età di dieci anni.

“I risultati di quella ricerca – spiega la psicologa – sono quanto mai attuali. Essi avevano evidenziato che un bambino su due si è trovato a chattare con uno sconosciuto o ha visto immagini o letto qualcosa di fastidioso, ma che solo una piccola parte lo ha riferito ad un adulto. È un errore grossolano e pericoloso credere che la soluzione del problema sia vietare o limitare l’accesso a questo o quel social. Le conclusioni del progetto hanno dimostrato che i bambini del gruppo sperimentale, cui erano stati illustrati i pericoli connessi ad internet e ai social media, ne avevano acquistato consapevolezza e mezzi per fronteggiarli. I giovanissimi imparano a due condizioni: se gli adulti insegnano loro e se lo fanno con linguaggio e modi adeguati all’età”.

Insomma, secondo questa ricerca non è un problema di quantità di tempo o di social frequentati dai minori, ma di attrezzarsi davanti ai pericoli ad essi connessi grazie alla guida consapevole degli adulti. In questo momento difficile per tutti, ma soprattutto per i ragazzi, l’associazione Donnattiva, guidata dalla giornalista Ina Modica, insieme all’autrice dello studio, vuole fare la sua parte contribuendo a diffondere e mettere a disposizione delle istituzioni la ricerca e i suoi risultati, così da basare su risultati verificabili e non su reazioni emozionali le risposte che alcune situazioni di criticità impongono. Non è escluso che l’associazione partecipi con il progetto “Naviganti allerta” all’avviso pubblico sulla povertà educativa.

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