Ancora non si è spento l’eco dell’ironia del web su Totò Cuffaro e la frase storpiata “I have a drink”. Nonostante siano trascorse oramai due settimane da quello scivolone, il web e soprattutto i social continuano ad alimentare l’ilarità e commenti anche molti piccanti. L’ex presidente della Regione ha deciso di tornarci sopra non nascondendo un certo fastidio verso quello che ritiene un attacco politico di personaggi che si ritengono rappresentanti dell’elite. E per tutta risposta ammette le sue origini “umili”, la sua scarsa bravura nelle lingue ma rivendica con orgoglio che resta un politico del popolo. E per lui è quello del popolo il giudizio che conta.

L’autoironia

Cuffaro esordisce facendo dell’autoironia per quella intervista ad una mittente privata in cui ha pronunciato quella frase storpiata del celebre Martin Luther King. “Non è davvero poca l’autoironica ilarità – scrive – con la quale debbo registrare il clamore mediatico suscitato dal mio lapsus sulla celeberrima frase del mai abbastanza ricordato Martin Luther King. Su tale lapsus mi è capitato di inciampare, complici un inglese malfermo, che neanche a scuola è mai stato il mio forte. Un aplomb poco british che certamente mi contraddistingue e un accento agrigentino del quale francamente sono sempre andato fiero. Mai ho cercato di nascondere ricorrendo a corsi di dizione. Evidentemente ce n’è abbastanza per fare storcere il naso ai tanti frequentatori del web che, forse, immaginano l’impegno politico come l’esercizio di un circolo riservato alla frequentazione di elite illuminate. Abituate a riconoscersi e a legittimarsi vicendevolmente pur combattendosi da fronti contrapposti”.

La “ristretta schiera” di aristocratici

Cuffaro si interroga su quali siano i requisiti per fare parte di questa ristretta schiera di critici. “In questa sardonica corrente mediatica, dalla quale mi tocca essere trascinato – aggiunge – , manca qualcosa che, a mio avviso, ha molto a che fare, invece, con la politica. Anzi, secondo una consapevolezza che ho visto rafforzarsi in questi anni, per il gravoso carico della mia vicenda personale, credo si tratti di ciò che costituisce il vero e proprio fondamento dell’azione politica. Sintetizzerei questo qualcosa di mancante nell’enfasi dei tanti commenti di questi giorni con due parole intimamente connesse tra loro: popolo e ideale”.

Cosa salvo del mio passato

“Se qualcosa salvo – dice ancora Cuffaro – del mio impegno politico passato, seppure a prezzo di non pochi errori, e rivendico umilmente, ma convintamente, nel presente, attraverso l’attuale esperienza alla guida della Democrazia Cristiana nuova, è proprio quella di considerare il popolo come l’unico e reale protagonista dell’orizzonte politico. Uno solo è il protagonista della propria storia. Il popolo che oggi vogliamo ricordare come artefice della nostra Repubblica e della nostra Democrazia che vogliamo equilibrata nella espressione dei suoi poteri. Democrazia come diceva De Gasperi ‘riformatrice ma non sopraffattrice e soprattutto rispettosa delle libertà della persona’. Il popolo, peraltro, a pena di derive populistiche che certamente non mi appartengono, non può essere mai ridotto a categoria astratta ma piuttosto incontrato nella concretezza e nella diversità dei suoi accenti, delle sue aspirazioni, delle sue ferite, così come nella creatività dei suoi corpi intermedi. E un popolo è tenuto insieme da ideali che muovono, appassionano e motivano la ricchezza e la complessità dei suoi tentativi e della sua strada”.

Giudicato per un lapsus

L’ex governatore si sente giudicato per quello che lui stesso definisce un lapsus. Ma in questa lettera allo stesso modo mette in risalto quel. che secondo lui è utile nel farsi giudicare. “Bisogna essere giudicati, sia fuori che dentro le urne, per la continua capacità di ascolto di questo soggetto popolare. Condizione indispensabile per concorrere, anche attraverso l’impegno pubblico dei tanti giovani e delle tante donne della Dc nuova nelle istituzioni, per promuovere efficacemente quei processi di cambiamento di cui la nostra terra ha davvero bisogno. Questo vogliamo fare con tutto l’impegno, lo sforzo e l’attenzione per tenere alta la tensione morale e ben saldi i principi di legalità insieme ad una buona politica”.

 

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