L’attuale sindaco di Canicattì, Ettore Di Ventura, e il suo predecessore Vincenzo Corbo, che ha guidato il comune per 10 anni, sono stati rinviati a giudizio per abuso in atto d’ufficio legato alla concessione del nullaosta necessario a uno dei legali dell’Avvocatura di beneficiare dell’istituto del comando e del trasferimento presso uffici politici della Regione Sicilia e del servizio sanitario.
Secondo la Procura, il trasferimento momentaneo del funzionario Livia Lo Cascio sarebbe stato illegittimo e le avrebbe consentito anche un illecito guadagno derivante da un maggiore stipendio non dovuto, costringendo la collega superstite nell’ufficio Avvocatura a un maggiore carico di lavoro con la stessa retribuzione.
La richiesta è stata avanzata dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e accolta dal Gup Luisa Turco che ha fissato la
prima udienza al prossimo 22 gennaio davanti ai giudici della seconda sezione penale presieduta da Wilma Angela Mazzara.
La contestazione riguarda due nullaosta firmati il 19 novembre 2014 da Corbo e il 20 ottobre 2016 da Di Ventura che hanno consentito alla Lo Cascio il trasferimento temporaneo all’azienda “Ospedali riuniti Villa Sofia Cervello” di Palermo dove di recente è stata assunta grazie a un pubblico concorso.
L’avvocato Lo Cascio, assunta nel 2006 a Canicattì, ha lavorato pochi anni ottenendo da subito il trasferimento nella segreteria particolare dell’allora presidente dell’Ars Francesco Lo Cascio.
Incarichi e trasferimenti temporanei rinnovati a ogni scadenza.
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