Oggi ad Agrigentino l’ultimo saluto per Alberto Re, 78 anni, uno degli organizzatori dello Sportfimfestival al teatro Pirandello che si è tolto la vita. Lo avrebbe fatto dopo essere stato inondato da critiche feroci sui social per il suo spettacolo andato in scena senza spettatori. Già ieri la famiglia della vittima non aveva lesinato critiche al popolo degli odiatori dei social, ritenuti la causa dell’insano gesto del 78enne. Oggi le polemiche sono proseguite anche con gli organizzatori della kermesse rispetto alla decisione di non interrompere gli spettacoli.

Lo scontro con gli organizzatori

Lo scontro questa volta è stato anche sulle pagine dei giornali. Esattamente sul quotidiano La Repubblica. Il direttore artistico del festival, Roberto Oddo, ha annunciato che gli spettacoli sarebbero proseguiti. Oggi infatti ci sarà la penultima serata con l’altro spettacolo già in programma. “Siamo convinti che Alberto avrebbe voluto così e continueremo l’evento nel suo nome”. Parole che hanno innescato la reazione della famiglia di Vito Maggio, l’ideatore nel 1979 del “Paladino d’oro”. Evento incardinato nel festival alla sua 43° edizione e che premia il “cinema sportivo”. “Prendiamo le distanze da questo tragico epilogo – dicono i familiari di Maggio a Repubblica -. Desideriamo sganciare il ricordo del fondatore della rassegna da questa edizione”.

I fatti

La polemica è nata dopo la prima serata del festival internazionale del cinema sportivo. Al teatro Pirandello nessuno spettatore per il primo film in concorso “William & Mansell”, dedicato al grande campione inglese di Formula Uno. Le immagini della sala vuota hanno fatto il giro dei social, con feroci critiche, vignette satiriche e polemiche di cui si sono occupati anche i giornali. Nelle foto che circolavano sul web si vedeva una platea vuota e presenza solo di uno piccolo gruppo di vigili del fuoco. Non c’era il pubblico, non c’erano il sindaco Francesco Miccichè né l’assessore alla cultura Costantino Ciulla. La cosa incredibile è che nonostante il festival sia giunto alla 43esima edizione nessuno o quasi sapeva dello svolgimento della manifestazione. Eppure l’evento era incardinato in “Agrigento Capitale Italiana della Cultura” del 2025. E da qui le critiche e l’insano gesto. Evento che al Comune è costato 35 mila euro.

Il sindaco: “Vittima di campagna denigratoria”

Ad intervenire anche Francesco Miccichè, il sindaco di Agrigento. “Alberto Re – ha commentato – è una vittima di campagna denigratoria che lo ha spinto ad un tristissimo gesto estremo. Una campagna denigratoria nella quale la legittima critica politica e giornalistica ha travalicato i limiti dell’umanità. E tutti noi, che abbiamo diverse responsabilità amministrative, dobbiamo scongiurare il ripetersi di simili nequizie. Condivido e faccio mie le parole del prefetto Filippo Romano rilasciate alla stampa”.

La lettera della famiglia

La famiglia di Alberto Re non ha dubbi, l’uomo si è tolto la vita proprio per le umiliazioni delle decine di commenti sul teatro vuoto. “L’onta che sale e che scalfisce, che non arretra e che violenta verbalmente una persona, ha consumato il vero danno – si legge in un passaggio della lettera -. L’insano gesto è avvenuto in solitudine, nessuno della famiglia era presente, così come erroneamente riportato”.

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