Altri tre presunti mafiosi agrigentini sono stati scarcerati dal tribunale del Riesame di Palermo che ha annullato 24 delle 58 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Palermo nel blitz antimafia di gennaio, una maxi operazione che ha scardinato le cosche della provincia agrigentina. Ieri erano scattate le prima 21 scarcerazioni

Le porte del carcere si sono aperte per Roberto Lampasona, Raffaele La Rosa e Marco Veldehuis, mentre restano detenuti l’ex sindaco di San Biagio Platani, Santo Sabella, accusato di concorso in associazione mafiosa e il boss Giuseppe Nugara e il capomafia Francesco Fragapane. Le istanze di scarcerazione presentate dai loro legali sono state respinte.

Il tribunale ha fissato in 45 giorni il termine per il deposito della motivazione dei provvedimenti. Prima di allora la Procura non potrà ricorrere in Cassazione, quindi presunti capimafia della provincia agrigentina, taglieggiatori e gregari di Cosa nostra, arrestati nel più grosso blitz mai avvenuto in quella zona, nel frattempo restano liberi.

Una situazione che preoccupa gli inquirenti dal momento che – circostanza del tutto nuova – decine di vittime del racket stavolta hanno confermato di aver subito le estorsioni e potrebbero trovarsi faccia a faccia con gli aguzzini scarcerati.

Paradossalmente, poi, resta in carcere Giuseppe Quaranta, ex capomafia di Favara che, dalla fine di gennaio, ha cominciato a collaborare con i magistrati. L’indagato ha ammesso di avere rivestito un ruolo di vertice nel clan, ha parlato di estorsioni e di traffico di stupefacenti e ha indicato i capimafia della provincia.

Tra gli scarcerati anche nomi eccellenti di Cosa nostra agrigentina: come i boss Raffaele Fragapane, Antonino Vizzi’, Giuseppe Vella, Luigi Pullara e Giuseppe Blando. Le scarcerazioni potrebbero essere solo all’inizio. Le udienze davanti al tribunale del Riesame continuano.

E se, come si sospetta, alla base degli annullamenti c’e’ un vizio formale come il difetto di motivazione dell’ordinanza emessa dal gip, che non sarebbe sufficientemente argomentata, le porte del carcere potrebbero aprirsi per decine di altri detenuti.

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