Lutto nel mondo della vitivinicoltura siciliana. Addio a Diego Planeta, fondatore dell’omonima casa vinicola e presidente, dal 1973 al 2001, delle Cantine Settesole di Menfi. Planeta, nato a Palermo, che è stato anche presidente dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino e di Assovini, aveva 80 anni.

L’assessore regionale per l’Agricoltura Edy Bandiera, in una nota, ha affermato: «Poliedrico, cosmopolita  e visionario nei suoi interessi e nelle sue passioni, ci lascia uno dei padri fondatori del vino siciliano. «Da Presidente  dell’Istituto regionale Vite e Vino il Cavaliere Planeta – ha aggiunto Bandiera – ebbe l’intuizione di  avvalersi della professionalità di Giacomo Tachis e insieme crearono le  condizioni per rinnovare totalmente la viticoltura siciliana, dandogli un  respiro internazionale. Cavaliere del Lavoro e uomo di  rara cultura ha accresciuto enormemente la qualità del vino in Sicilia,  cambiando il modo di vedere l’agricoltura e il vino in Sicilia.  Un onore per  tutti gli abitanti di quest’Isola, ha creato le condizioni perché le nuove  generazioni tornassero all’agricoltura».

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha dichiarato: «Una perdita incolmabile, non solo per il mondo del vino, ma per tutti coloro che credono nella forza e nel coraggio di fare imprenditoria, nel più profondo significato della parola».

E ancora: «Oltre ad aver ricoperto incarichi di prestigio in ambito vitivinicolo, ha speso la sua vita a diffondere la cultura del territorio e della collettività, anche nei momenti più difficili. Da quando negli anni ’70 divenne presidente della Cantina Sociale Settesoli, di Menfi, con l’obiettivo convinto di far crescere, insieme alla sua azienda, tutte le piccole realtà vinicole della zona. Un obiettivo che Diego Planeta ha perseguito in tutto il suo percorso imprenditoriale, con battaglie personali e sindacali all’interno di Confagricoltura, che hanno portato allo sviluppo e alla diversificazione delle aziende di famiglia, in cui ha voluto da sempre coinvolgere figli e nipoti, che da oggi continueranno con convinzione a diffondere il suo messaggio».