Le indagini sull’omicidio di ferragosto a Favara. I carabinieri della tenenza di Favara e quelli della compagnia di Agrigento, per l’intera notte, hanno ascoltato decine di persone, alcune delle quali accompagnate anche dai legali di fiducia per l’omicidio ieri pomeriggio dell’ex presidente del consiglio comunale Salvatore Lupo.

Contrariamente a quanto ipotizzato in primissima battuta, subito dopo l’agguato avvenuto all’interno del bar di via IV Novembre, non sono scattati fermi. Il killer solitario, che ha centrato con 3 colpi di pistola in testa la sua vittima, è ancora ricercato. Via IV Novembre, nonostante fosse il pomeriggio di Ferragosto, non era deserta.

Nessuna presenza di polvere da sparo è emersa dagli stub eseguiti da carabinieri della tenenza di Favara e del comando compagnia di Agrigento nell’ambito delle indagini sull’omicidio dell’imprenditore ed ex presidente del consiglio comunale Salvatore Lupo.

“Stiamo lavorando” continuano a ripetere il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e il suo aggiunto, Salvatore Vella, titolari dell’inchiesta. Le indagini procedono, ma sono rese difficili dall’assenza di testimonianze determinanti. Nessuno ha visto niente, nessuno ha saputo fornire indicazioni utili alle investigazioni dei carabinieri. Non è stato scovato nessun impianto di video sorveglianza utilizzabile, l’unica telecamera vicina non era affatto puntata sull’ingresso del bar, e gli stub eseguiti hanno dato esito negativo.

Appunto nessuno avrebbe appunto visto, né sentito nulla. Ad essere ascoltato, prima dentro i locali del bar dove è avvenuto l’omicidio, poi in caserma, è stato il barista. Ma anche da quel “fronte”, così come era emerso fin dall’inizio, non sono arrivate indicazioni. L’uomo è sotto choc e non ha saputo fornire nessun elemento utile alle investigazioni e all’identificazione del killer.

I carabinieri stanno acquisendo e guardando le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona di via IV Novembre, forse anche nel locale dove è avvenuto il delitto di Salvatore Lupo, 45 anni imprenditore ed ex presidente del consiglio comunale.

Pare che il barista non abbia saputo indicare nessun elemento per identificare l’autore dell’omicidio. I militari dell’Arma della tenenza di Favara e quelli della compagnia di Agrigento, coordinati dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella, sembrano però concentrarsi sulla vita, e sui rapporti personali, della vittima.

Pare che Lupo avesse forti contrasti economici e dissidi in ambito familiare. Ed è proprio su questi “dettagli” che le investigazioni si stanno concentrando. L’omicidio appare agli inquirenti come pianificato: qualcuno potrebbe aver seguito Lupo e atteso che uscisse dal bagno del bar per esplodergli contro almeno due colpi di pistola che lo hanno freddato.

Lupo è stato ucciso con tre colpi di pistola tutti indirizzati alla testa, all’interno di un bar del paese ieri pomeriggio da uno sparatore solitario probabilmente accompagnato da un complice. Mano sicura e colpi tutti andati a bersaglio. Ha agito così il killer che ha agito a volto scoperto e che aveva una sola missione: uccidere l’ex presidente del Consiglio comunale di Favara.

Il dato emerge dalla sommaria ispezione cadaverica effettuata stasera dal dottor Salvatore Montaperto, al termine della quale il procuratore capo Luigi Patronaggio e i sostituti Paola Vetro e Barbara Cifalinò hanno dato l’ok per la rimozione della salma che è stata trasportata all’obitorio per l’inevitabile autopsia che verrà effettuata domani che consegnerà i risultati definitivi e capire con certezza quanto accaduto.

Intanto, si fa strada l’ipotesi di un movente legato a dissidi economici dietro l’omicidio dell’imprenditore Lupo, 45 anni, ucciso all’interno di un bar del paese questo pomeriggio.

“Chiunque avesse visto qualcosa, anche quello che può sembrare un piccolo indizio o un dettaglio insignificante si rivolga, con fiducia estrema, ai carabinieri. E lo faccia, se vuole, anche in forma anonima. Dia la possibilità agli investigatori di procedere celermente nelle indagini e dia la possibilità a questa comunità, che sta facendo tanti sforzi, di non essere etichettata come omertosa”. Lo ha detto la sindaca dimissionaria di Favara (Ag) Anna Alba.

“Non ci sarà nulla che potrà lenire la perdita di un genitore – ha aggiunto l’ex amministratore – ma aiutiamo, aiutate a fare giustizia. Io, così come tanti miei concittadini, ho fiducia negli investigatori e negli inquirenti”. “E’ molto triste, e questo mi provoca anche rabbia, che questo Comune non abbia potuto permettersi una videosorveglianza. Forse un sistema pubblico di telecamere avrebbe potuto essere determinante nell’inchiesta – ha proseguito Anna Alba – . Abbiamo sempre chiesto un maggior supporto, una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, ma certamente fatti del genere, che sembrerebbero essere stati pianificati, non si sarebbero potuti evitare. Non potevamo, del resto, avere l’Esercito ad ogni angolo della strada. Certamente, ieri, giornata di Ferragosto, non c’era molta gente in giro – ha proseguito l’ex sindaca – ma se c’è stato qualcuno che ha notato qualcosa, anche se gli dovesse apparire insignificante, lo comunichi alle autorità”.

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