- Terremoto giudiziario a Girgenti Acque, sono decine gli indagati
- Tra gli indagati anche Gianfranco Miccichè e il deputato Francesco Scoma
- Scoperto vasto sistema di corruttele volto a eludere i controlli degli enti preposti
- I nomi delle persone fermate nell’ambito delle indagini della Procura
Sono 8 i fermati nell’ambito dell’inchiesta che ruota attorno a Girgenti Acque, l‘ente gestore del servizio idrico integrato della provincia di Agrigento, scattata questa mattina. Non vi sarebbe però alcun sequestro di beni. Le accuse mosse dai Pm sono: Frode in pubbliche forniture, furto, ricettazione, reati tributari, societari e in materia ambientale.
Nessun bene è stato sequestrato
Nessun sequestro beni dunque, contrariamente a quanto reso noto precedentemente dalla Procura nell’operazione ‘Waterloo’ nell’ambito di un’inchiesta sulla governance della Girgenti Acque. I fermati sono ex componenti del disciolto consiglio di amministrazione e dirigenti.
Miccichè e Scoma indagati
Sotto indagine per violazione delle leggi che regolano il finanziamento dei partiti spuntano anche il presidente dell’Assembrea regionale Gianfranco Miccichè e il deputato d’Italia Viva Francesco Scoma. A Miccichè e al deputato Francesco Scoma i pubblici ministeri contestano “perché, in concorso tra loro, Miccichè Gianfranco, nella qualità di candidato per il partito Forza Italia alle elezioni regionali del 5/11/2017 e Scoma Francesco nella qualità di mandatario del candidato Miccichè, ricevevano da Campione Marco (nella sua qualità di presidente e legale rappresentante della Girgenti Acque S.p.A.) contributi elettorali e spese di viaggi e soggiorni pagate a Miccichè Gianfranco in violazione a quanto previsto dall’art. 7 comma 2 Legge n. 195/1974, ovvero senza che fosse intervenuta la deliberazione dell’organo societario della Girgenti Acque S.p.A. e senza che i contributi fossero stati regolarmente iscritti nel bilancio della medesima società. In Agrigento dal 02 maggio al 05 ottobre 2017″.
La replica di Miccichè e Scoma
“Tutte fesserie” dice Gianfranco Miccichè. “Non ho nulla da nascondere poiché tutto ciò che ho ricevuto da Girgenti Acque, è stato puntualmente dichiarato. Bastava chiamarmi ed avrei fornito tutte le spiegazioni e la documentazione in mio possesso. Tutti i contributi che ho ricevuto per la mia campagna elettorale, non solo quelli di Girgenti Acque, li ho puntualmente dichiarati. Ho anche la delibera del consiglio di amministrazione che ha deciso il contributo”.
Analoga la posizione di Francesco Scoma che a BlogSicilia commenta “E’ tutto in regola, bastava chiedere le carte e sarebbero state prodotte. Tutti i contributi sono a norma di legge e regolarmente registrati come contributi elettorali. In 27 anni di politica ho sempre tenuto tutte le carte a posto e in regola. E’ il mio modo di fare le cose. Tutto sempre chiaro, trasparente e a norma di legge”
In tutto 84 persone indagate a vario titolo
Complessivamente sono 84 le persone indagate e per 50 delle quali la Procura si appresta a notificare avviso di conclusione delle indagini preliminari. Fra gli 84 anche l’ex presidente della Provincia Regionale di Agrigento Eugenio D’Orsi, e l’ex prefetto di Agrigento Nicola Diomede, che si era dimesso nel 2018, dopo la notifica dell’avviso di garanzia. Per i fermati si attende adesso la decisione del Gip sulla convalida dei fermi e sulla richiesta di emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Un vasto sistema di corruttele
Le indagini sono durante quasi quattro anni e sono state svolte dai carabinieri del Noe di Palermo, dalla Dia di Agrigento e dalla Guardia di finanza, coordinati dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella. Le investigazioni, che si sono avvalse di attività d’intercettazioni, di comunicazioni e di consulenze tecniche in materia contabile e ambientale, ricostruisce la Procura di Agrigento, hanno “disvelato una potente azione di lobbying e la creazione di un vasto sistema di corruttele volto a eludere i controlli degli enti preposti – scrivono dalla Procura -. Falsi in bilancio e un sistema di accentramento degli appalti in capo alle imprese del presidente del consiglio di amministrazione di Girgenti Acque, Marco Campione, hanno permesso allo stesso di operare in regime di monopolio con relativi guadagni. L’omissione della dovuta attività di depurazione delle acque – sostiene la Procura di Agrigento – ha anche creato un danno ambientale da quantificare. L’illecito addebito agli utenti dei relativi costi non sostenuti, completano un quadro probatorio eterogeneo e complesso”.
I nomi dei fermati
I fermati sono Marco Campione, 60 anni, ex presidente di Girgenti Acque; Pietro Arnone, 58 anni, amministratore unico di Hydortecne; Calogero Patti, 53 anni, dipendente di Girgenti Acque; Angelo Piero Cutaia, 51anni, direttore amministrativo di Girgenti Acque; Gian Domenico Ponzo, 54 anni, direttore generale Girgenti Acque; Francesco Barrovecchio, 61 anni, responsabile tecnico Hydortecne; Calogero Sala, 61 anni, direttore tecnico e progettazione Girgenti Acque; Igino Della Volpe, 63 anni, membro del consiglio di amministrazione di Girgenti Acque.
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