• L’ordine degli Avocati cancella il nome di due legali
  • Angela Porcello e Giuseppe Arnone cancellati dall’Albo
  • L’operazione Xydi

Il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Agrigento, ha deliberato – per due vicende differenti – la cancellazione dall’albo professionale degli avvocati agrigentini Angela Porcello e Giuseppe Arnone. I provvedimenti – come specifica l’Ordine – rappresentano un atto amministrativo dovuto, impugnabile entro sessanta giorni dalla notifica, e che fa riferimento esclusivamente alla tenuta dell’Albo professionale.

Chi è Giuseppe Arnone

Arnone ex consigliere comunale e presidente regionale di Legambiente negli anni Novanta, sta finendo di scontare un cumulo di condanne per diffamazione e calunnia che scadranno ad aprile. Attualmente sospeso anche dall’esercizio della professione e recentemente condannato in via definitiva per complessivi dieci mesi di carcere in due distinti processi.

La circostanza è stata comunicata dal tribunale di Sorveglianza e ha comportato la cancellazione, provvedimento amministrativo che prevede la rimozione dall’albo di chi non ha più i requisiti per esercitare.
Requisiti che, in questo caso, sono venuti meno, in base alla nuova legge professionale, perché è sottoposto a misura detentiva qual è la semilibertà. Arnone entro 60 giorni potrà impugnare il provvedimento al Consiglio nazionale forense. In ogni caso, nei suoi confronti, resta la sospensione disciplinare al momento in vigore fino a ottobre.

La replica per conto di Arnone d parte del suo difensore

“Giuseppe Arnone non è stato cancellato dall’albo degli avvocati con effetto immediato. La cancellazione diviene operativa solo se entro 60 giorni non viene impugnata” ha precisato il suo legale, l’avvocato Daniela Principato, “rettificando” le comunicazioni date “in nome e per conto dell’avvocato Arnone” che, ha aggiunto “non ha ricevuto alcuna comunicazione da parte dell’Ordine provinciale di Agrigento”.

“L’avvocato Arnone è sottoposto al regime di semilibertà dall’aprile 2019, autorizzato dal tribunale di Sorveglianza ad esercitare la professione forense, in tutta Italia, Corte di Cassazione compresa – ha chiarito Principato in una nota – e il tribunale di Sorveglianza non si è mai lontanamente sognato di chiedere cancellazioni dall’albo per l’avvocato Arnone. Tali manovre, in corso dalla fine dell’anno 2019 – ha sottolineato Principato – erano state respinte dal precedente Consiglio dell’Ordine, presieduto sino a pochi mesi addietro dell’anno 2020, dall’avvocato Cremona. L’attuale Consiglio, che vede quale presidente e quale vice presidente soggetti in pesantissimo contrasto con l’avvocato Arnone ha ritenuto di fornire una interpretazione ‘estensiva, molto estensiva’ della normativa sulla cancellazione per cancellare l’avvocato Arnone. Per cancellarlo – ha replicato e rettificato l’avvocato Principato con la sua dichiarazione – si è ritenuto che la ‘semilibertà’ fosse equiparabile alla piena detenzione, e dunque non consentirebbe la professione forense. Per altro, si può essere semiliberi perché condannati per reati nani, quali la diffamazione, e si può essere totalmente liberi perché condannati per corruzione con il beneficio della condizionale. Gravissimo l’errore posto in essere dall’Ordine degli avvocati”.

Angela Porcello e l’arresto nell’operazione antimafia

Analogo provvedimento è stato adottato nei confronti di Angela Porcello, da poco coinvolta nella operazione Xydi, è accusa di essere la cassiera del mandamento di Canicattì di cui avrebbe tenuto le redini il compagno, l’imprenditore Giancarlo Buggea. Il legale, il cui fermo è stato convalidato e che si trova attualmente in carcere, è accusata di associazione mafiosa con un ruolo direttivo nella provincia di Agrigento. In particolare le si contesta di avere gestito affari e soldi delle famiglie del mandamento insieme al compagno, già condannato a 8 anni per mafia nell’inchiesta “Ghost”. Inoltre, secondo gli inquirenti, il suo studio legale sarebbe stato scelto come quartier generale delle famiglie mafiose dove si organizzavano summit e si riunivano affiliati e boss per discutere di strategie. Avrebbe anche strumentalizzato il suo ruolo di avvocato per veicolare informazioni, messaggi e pizzini dal carcere da parte del boss Giuseppe Falsone, suo cliente, recluso dal 2010 al 41 bis.

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