Il pm di Agrigento ha richiesto una pena di 4 anni di reclusone per l’ex direttore della biblioteca museo Luigi Pirandello, Vincenzo Caruso. Per lui un’accusa di stalking a sfondo sessuale ai danni di una dipendente.

Le accuse

Caruso è accusato di avere perseguitato la dipendente facendole continue avance a sfondo erotico e provocandola anche in presenza di altre colleghe. La donna, un’impiegata della biblioteca museo avrebbe però rifiutato gli approcci del suo direttore che, per ripicca, avrebbe adottato alcuni atti amministrativi a lei sfavorevoli.

L’uomo ha sempre negato le accuse

L’ex responsabile della struttura, ed ex soprintendente di Caltanissetta, ha sempre negato qualsiasi accusa. Versione che, tuttavia, non ha convinto il magistrato della Procura.

Udienza per l’arringa di parte civile il 26 febbraio

Il giudice monocratico Manfredi Coffari ha aggiornato l’udienza al 26 febbraio per l’arringa di parte civile dell’avvocato Arnaldo Faro che assiste la presunta vittima. A seguire ci saranno gli interventi conclusivi dei difensori dell’imputato, gli avvocati Vincenzo Caponnetto e Walter Tesauro.

Abusi sessuali nel Siracusano, condannato ex consigliere comunale di Noto

A metà luglio la Corte di Appello di Catania ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un ex consigliere comunale di Noto condannato, in via definitiva, a 5 anni e 6 mesi di reclusione per violenza sessuale. Sono stati i carabinieri di Siracusa ad eseguire la misura, accompagnando in carcere l’uomo.

Secondo la tesi dell’accusa, l’uomo avrebbe abusato di una badante, originaria della Polonia, che era stata assunta per dei lavori di pulizia di un appartamento dell’imputato, situato al Lido di Noto.

Secondo gli inquirenti, il l’imputato, in due occasioni, nel febbraio del 2013, avrebbe bloccato “la collaboratrice domestica per le spalle, spingendola energicamente sul letto e sfilandola a forza la cinta dei pantaloni” costringendo così la polacca, difesa dall’avvocato Stefano Andolina,  “a subire atti sessuali specificatamente nella consumazione di un rapporto completo” ha evidenziato il magistrato.

Nel corso del dibattimento un’amica della badante ha testimoniato di aver sentito la vittima al telefono che le avrebbe riferito di quegli abusi, negati dall’imputato.

 

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