I carabinieri hanno arrestato due fratelli, di 25 e 17 anni, perché ritenuti responsabili del tentato omicidio di un uomo e delle lesioni personali gravi al fratello di quest’ultimo a Favara, in provincia di Agrigento.
Uno dei feriti è stato colpito alla testa con il calcio di una pistola ed ha riportato lievi ferite, mentre l’altro è stato accoltellato al petto ed è stato trasferito, in prognosi riservata, all’ospedale Civico di Palermo. I militari dell’Arma sono stati avvisati dal medico del pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento dove sono giunti i fratelli feriti.
Subito sono stati rintracciati i fratelli aggressori che sono stati trovati in possesso di un coltello e di una pistola. Arrestati in flagranza di reato, il maggiorenne è stato portato al carcere della città dei Templi, mentre il minorenne al centro di prima accoglienza Malaspina di Palermo.
Il Tribunale di Siracusa ha condannato per tentato omicidio Filippo Sesta, 32 anni, e Umberto D’Amico, 51 anni, entrambi di Noto: il primo, difeso dall’avvocato Aldo Ganci, ha rimediato 7 anni e 6 mesi di reclusione, l’altro, assistito dagli avvocati Junio Celesti ed Antonino Campisi, ha avuto 6 anni di carcere.
Secondo quanto emerso dalle indagini degli investigatori, coordinati dai magistrati della Procura di Siracusa, i fatti si sono svolti il 9 gennaio del 2021, giorno in cui Sesta si sarebbe trovato nell’abitazione dei suoi genitori, armato di pistola, una calibro 9 dalle informazioni in possesso agli inquirenti.
Contestualmente, il 51enne sarebbe arrivato in prossimità di quella casa a bordo di una macchina, una Fiat Brava. In sostanza, dagli accertamenti compiuti dal pm di Siracusa, si sarebbe verificato uno scontro a fuoco tra i due uomini che avrebbero premuto più volte il grilletto ma, per loro fortuna, nessuno dei due è stato ferito a morte.
Non sono state chiarite le ragioni per cui i due hanno provato ad uccidersi, forse un regolamento di conti nell’ambito della comunità dei caminanti, del resto, in quello stesso periodo, si verificarono altri scontri a fuoco.
Al termine della requisitoria il pm aveva sollecitato delle condanne più severe: 10 anni per Sesta e 9 anni per D’Amico.