Salvatore Zichichi

Salvatore Zichichi è un medico per devozione, mente innovativa e nerd, crede nelle relazioni umane come leva per trasformare la sanità e la realtà.

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Ci sono giorni che hanno il potere di fermare il tempo.

Oggi è uno di quelli.


14 giugno.

Non è solo una data sul calendario. È un richiamo. Un invito a ricordare, a ringraziare, a riflettere. 

Il 14 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue in onore della data di nascita di Karl Landsteiner, nato proprio il 14 giugno 1868.

Landsteiner è lo scienziato austriaco che nel 1901 scoprì i gruppi sanguigni ABO, una delle più importanti scoperte nella storia della medicina.

Grazie a lui, fu possibile rendere sicure le trasfusioni di sangue, evitando reazioni potenzialmente fatali e salvando milioni di vite nel corso del XX secolo.

Nel 1930 ricevette il Premio Nobel per la Medicina, e la sua scoperta è ancora oggi alla base di ogni sistema trasfusionale.

Per questo motivo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha scelto la sua data di nascita per celebrare ogni anno questa giornata, dal 2004 in poi.

È un modo per onorare la scienza, ma soprattutto per onorare il dono della vita che ogni giorno migliaia di donatori compiono con un gesto semplice ma fondamentale.

Un gesto che unisce passato, presente e futuro, tenuto insieme da quel filo rosso che è – letteralmente – il sangue che ci scorre dentro.

Un’occasione per guardarsi attorno – e dentro – e scoprire che esiste un’umanità che sceglie ogni giorno di dare, senza chiedere. Che si sveglia presto, si mette in fila in silenzio, rimbocca la manica e offre qualcosa che non si può comprare: una possibilità in più di vivere.

Una storia italiana di altruismo

Nel cuore dell’Italia, questa cultura del dono ha radici profonde.

Negli anni difficili del dopoguerra, quando il sangue serviva e mancava, uomini e donne si organizzarono spontaneamente per aiutare chi era in pericolo.

Fu in quegli anni che nacquero le prime associazioni di donatori. La Croce Rossa Italiana, ad esempio, fu tra le prime a strutturare veri e propri gruppi di donatori volontari. Col tempo si unirono altre realtà, creando una rete unica nel suo genere.


Oggi, quel seme ha dato vita al CIVIS – Coordinamento Interassociativo Volontari Italiani del Sangue, che unisce quattro grandi associazioni:


AVIS, FIDAS, FRATRES, Croce Rossa Italiana

Insieme, rappresentano oltre il 90% delle donazioni italiane.

Una forza silenziosa che ogni giorno rende possibile ciò che la scienza da sola non può: la vita.


Donare oggi, più che mai

Ma perché proprio oggi? Perché continuare a ricordarlo ogni anno?

Perché il sangue non si produce in laboratorio. Non c’è tecnologia, non c’è innovazione che possa sostituire il gesto libero di un essere umano che sceglie di aiutare un altro essere umano.

Ogni giorno, in Italia, migliaia di persone hanno bisogno di trasfusioni: pazienti oncologici, bambini talassemici, donne in gravidanza, vittime di incidenti, trapiantati.

E ogni giorno c’è bisogno di nuove donazioni.


Eppure, i numeri oggi non bastano. Il ricambio generazionale è lento. I giovani sono ancora troppo pochi. Le scorte, a volte, rischiano di non essere sufficienti.


Non solo un ago.

Chi ha donato lo sa: non è un semplice prelievo.

È un gesto che cambia la giornata. Che riempie di senso. Che ti fa sentire parte di qualcosa di più grande.

È anche un modo per prendersi cura di sé: prima della donazione si effettua un controllo completo e gratuito, si tiene monitorata la salute, si impara a conoscersi meglio.


Donare plasma, piastrine o sangue intero non richiede superpoteri.

Richiede tempo. Un po’ di coraggio. E la voglia di fare del bene.


Il sangue che ci rende comunità

Oggi, la Croce Rossa Italiana e tutte le realtà del CIVIS celebrano non solo i donatori, ma le storie che hanno reso grande questo gesto.

C’è chi dona da 30 anni. Chi ha iniziato per onorare la memoria di una persona cara. Chi lo fa perché sa che un giorno, forse, potrebbe averne bisogno lui.

C’è chi porta con sé il figlio per insegnargli cosa vuol dire prendersi cura degli altri.


Il sangue ci ricorda una cosa che spesso dimentichiamo: siamo legati gli uni agli altri.


Come iniziare

Per diventare donatore, basta un semplice passaggio in uno dei centri trasfusionali delle associazioni riconosciute.

Basta essere in buona salute e rispettare specifici criteri quali età compresa tra i 18 e i 65 anni, che godano di buona salute e che abbiano un peso corporeo di almeno 50 kg.

Oggi, in questo 14 giugno, fai un pensiero.

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