pippo manuli

Pensionato....opinionista per hobby, di fede repubblicana

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Un vento di tradimenti ha spazzato l’alleanza atlantica. Donald Trump ha congelato aiuti all’Ucraina, sguarnito i curdi in Siria e rinnegato l’impegno comune in Medio Oriente, scegliendo accordi bilaterali con regimi autoritari. L’illusione di un patto eterno si è infranta contro l’onda montante del realismo americano.

Mentre il Cremlino, alimentato da anni di disinformazione, consumava l’annessione della Crimea e l’invasione del 2022, l’Europa ha assistito inerte. Le sanzioni tardive, il sostegno frammentato e le promesse più roboanti di parole che di fatti hanno dipinto un’Unione incapace di proteggere la democrazia.

Nella striscia di Gaza, il dramma umanitario si contorce in un silenzio colpevole. Dichiarazioni di principio s’intrecciano a veti nazionali, mentre milioni di civili vivono tra assedio, carestia e morte: l’Europa sfugge alle proprie responsabilità, delegando a Washington e Ankara il timone delle trattative.

Il gigante economico dai piedi d’argilla lotta con i veti interni, non traduce in strategia il Rapporto Draghi, non reclama una difesa comune autonoma né leva diplomatica credibile. La fragilità del Consiglio, paralizzato dal timore dei sovranisti, rilancia Orbán e spalanca le porte a forze revisioniste.

È tempo di autocritica radicale. Senza visione e senza coraggio, l’Europa resterà motore “negativo” di un ordine mondiale in frantumi. Serve un patto di ferro: unità nelle decisioni, investimenti nella difesa, impegno concreto per la pace e la solidarietà. Solo allora potrà riscoprire la propria sovranità e recuperare credibilità sulla scena globale.


Luogo: Taormina, TAORMINA, MESSINA, SICILIA

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