Giovanni Pizzo
Ex assessore della Regione Siciliana, scrivo su vari quotidiani. Laureato in economia e commercio
Non stiamo parlando della grande passione per Pantelleria del Pontefice maximo della moda italiana, Giorgio Armani, ma del fatto che morto un papa se ne fa subito un altro. Grande emozione ha scosso il mondo della moda internazionale quando uno speranzoso novello stilista è emerso con un manuale di bon ton, su mise e haute couture, addirittura dall’Ospedale Civico di Palermo, la città che fu della Belle Epoque. Il manuale che promana dall’estro dell’alto dirigente dell’ospedale, per il tramite di una circolare ai dipendenti, esclusivamente di sesso femminile vedremo, è in effetti ispirato ai canoni che hanno reso Armani famoso nel mondo, sobrietà ed eleganza. Via abiti succinti, scollature provocanti, trasparenze volgari, o abbigliamenti troppo informali, come pinocchietti o abominevoli calzoncini corti, vade retro il Satana della perversione.
“In seguito a numerose segnalazioni pervenute e al fine di garantire il rispetto dell’ambiente lavorativo e dei principi di professionalità e decoro proprio dell’amministrazione, si richiama l’attenzione di tutto il personale sull’importanza di mantenere un abbigliamento consono al contesto istituzionale”. E fin qui sembra una nota di linguaggio burocratese, anche se entra in parametri di vita del personale un po’ fuori dai compiti del funzionario. Soprattutto il termine istituzionale fa pensare più che all’amministrazione di un nosocomio al Quirinale o al Palazzo apostolico della Santa sede. Ma è il proseguimento delle raccomandazioni che fa uscire fuori un nuovo profeta dello stile e del pret a porter.
“In particolare si sottolinea che non sono appropriati abiti succinti eccessivamente informali, scollature marcate, spalle scoperte, abiti trasparenti, o abbigliamento che possa risultare inadeguato al decoro dell’ufficio”. E qui si capisce l’indirizzo e la portata delle linee di stile del nostro Armani in salsa palermitana. Sono le donne l’oggetto delle raccomandazioni, non i medici ,o gli uomini in generale, dell’ospedale, che potevamo immaginare con le fattezze di un Patrick Dempsey o George Clooney di E.R., ma le tante Julia Roberts che affollano l’ospedale più grande dell’isola. Sembra quasi di vedere le scene di Pretty Woman, con Richard Gere che riveste completamente la giovane prostituta di Bel Air. Il tentativo di riportare stile e decoro, magari con tagli morbidi ma sobri, con i colori del beige e del blu caratteristici della Maison milanese, purtroppo viene stroncato con durezza e sollecitudine fulminea dopo poche ore, a causa del politicamente corretto, delle politiche notoriamente progressiste di genere, di pari opportunità, di me too e cordiali rapporti sindacali, tramite una nota della direzione generale dell’ospedale che revoca la circolare dello speranzoso, anche in termini di carriera, dirigente stilista. Nemo profeta in patria, Palermo non è terra per stilisti, pure Domenico Dolce è dovuto emigrare. Ma quali saranno state le cause che hanno fatto uscite dal seminato un diligente dirigente? Era tale il “cuttigghio” su qualche avvenente fanciulla dell’ospedale, qualche maschio si è sentito a disagio di dover lavorare fianco a fianco a scollature vertiginose e minigonne che toglievano il mistero? Oppure a qualcuno è scattata la gelosia di vedere qualche bendiddio in offerta a qualcun altro? C’è un che di piccolo mondo antico di Fogazzaro, di sana morale di provincia,ddi Pietro Germi del “Signori e Signore”, d’altra parte pure re Giorgio era della provincia piacentina, e forse di provincia, e non di una città tentacolare ed avezza alle possibili corruzioni dei costumi e dell’intelletto, è pure il nostro dioscuro dirigente. A meno che la mossa sia stata furbissima, perché ormai tutti i giornali ne parlano, e sia un alibi per una rimozione che a volte in Sicilia, seguendo il detto latino, fa rima con promozione. Ovviamente in un ospedale di maggior decoro e morale s’intende.
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