Giovanni Pizzo

Ex assessore della Regione Siciliana, scrivo su vari quotidiani. Laureato in economia e commercio

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Non c’è dubbio che i due dioscuri diversi ed opposti del centrosinistra italiano, Renzi e D’Alema, siano gli italiani più relazionati e ritenuti interlocutori affidabili all’estero. Renzi più sul versante atlantico e D’Alema, come si è visto plasticamente in piazza Tienanmen, sul nuovo ordine mondiale dei paesi che non vogliono sottostare alla supremazia di Washington, quello stampato sul dollaro ovviamente. Entrambi, per il nostro imprescindibile provincialismo, vengono sommariamente detestati in patria, hanno la colpa di essere “acuti”. Un noto, nei paesi di lingua spagnola, scrittore iberico, Baltasar Graçian, considerato il Machiavelli di Spagna, gesuita degli inizi scrisse un tomo poderoso, “l’Acutezza e l’arte dell’ingegno”, testo fondamentale per chi ambisce governare i processi politici. Un famosissimo capitano di ventura del rinascimento alla corte dei Medici fu John Awckwood, detto Giovanni l’Acuto. Era stimatissimo a Firenze come stratega e comandante in capo, tanto che vi è un suo affresco dipinto da Paolo Uccello nel duomo, S. Maria del fiore, nella navata di sinistra. I fiorentini sono spigolosi e feroci, non perdonano niente e nessuno, soprattutto i pisani, ma adoravano l’Acuto, perché era straniero e quindi poteva essere superiore a loro, ma mai avrebbero considerato di maggior intelligenza ed acutezza qualcuno loro conterraneo. Perfino Dante, padre della lingua italiana, fu bandito. L’acutezza è la capacità di penetrare, nei ragionamenti e nelle strategie, carpire tra le nebbie del mondo il raggio verde dell’ignoto, ai più, futuro. 

E pungere con l’acume di conseguenza. È indubbio che D’Alema questa caratteristica ce l’abbia, solo che gli struzzi italiani preferiscono la comfort zone della testa sotto la sabbia. Più che il popolo di Machiavelli e Guicciardini siamo quello delle casalinghe di Voghera o della pizza e Sanremo. La pizza è morbida e rotonda, non è acuminata e pungente, tranne i produttori di miele noi temiamo i pungiglioni, e maschilmente pure la penetrazione, che le menti acute propongono. L’italiano non vuole vedere e capire, si accontenta di ciò che ha, e che vorrebbe conservare. Non gli puoi parlare di sociologia, di scenari e geopolitica, dei corsi e ricorsi della Storia, e Gianbattista Vico è un perfetto sconosciuto. Noi siamo una penisola che vuole essere isola, e conseguentemente isolarci. E farci i fatti nostri. Solo che il mondo è diventato globale e soprattutto digitale, e l’italiano è il maggior consumatore di telefonini al mondo, è connesso h24, per cui isolarsi è impossibile. Noi non vogliamo che qualcuno particolarmente sveglio e acuto ci tolga il torpore, vogliamo qualcuno/a che ci rassicuri, che nulla cambi e che domani ci possiamo risvegliare sereni. A Renzi e D’Alema consigliamo di emigrare in Scandinavia, i vichinghi erano dei guerrieri geopolitici, hanno in 4 gatti conquistato il mondo, forse lì dei leader acuti potrebbero essere apprezzati.

 

 

 

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