Giovanni Pizzo
Ex assessore della Regione Siciliana, scrivo su vari quotidiani. Laureato in economia e commercio
Pareggio, palla al centro
Le elezioni regionali si sono concluse come sostanzialmente previsto, la scelta più o meno azzeccata o tardiva dei candidati non ha inciso o ribaltato pronostici. Tre regioni ha preso, che già deteneva, il centrodestra idem lo schieramento opposto. Sul dato territoriale le liste del centrosinistra si sono mosse e vinto su territori più ampi e politicamente interessanti di quelle del centrodestra, ma soprattutto con tutti i distinguo, dubbi, carenze sino mosse unite. Ce la faranno a farlo alle nazionali, soprattutto mettendo in campo la gamba riformista e di centro che può togliere consensi al centrodestra?
Perché un dato è certo. Questa attuale offerta politica delle due coalizioni non convince la maggioranza degli elettori, e la cosa che cresce a ritmi vertiginosi è l’astensione. Zaia ha fatto lo Zaia, ed ha trascinato al successo la Lega in Veneto candidandosi in questa lista e battendo con il suo rilevante personale peso elettorale personale Fratelli d’Italia. Cosa che potrebbe creare a breve qualche problema politico a Salvini in Veneto e non solo.
Ed in Puglia è nato un nuovo Zaia, in salsa meridionale, l’ex sindaco di Bari Decaro, che ha aggiunto al voto del PD il suo voto personale. Fico, nonostante un non esaltante risultato dei 5stelle, e partito con il suo natante per il palazzo della regione Campania, ma il vero vincitore è Manfredi, re o rettore di Napoli, che da sola ha i due terzi del voto campano.
Per il campo largo è stata la prima vera prova elettorale, dopo la sfida in Sardegna. Non è andata male, ma bisognerà vedere se questa sarà una indicazione per l’alleanza nazionale che non sappiamo ancora se sarà con una nuova legge elettorale, cosa decisamente dirimente per il sistema politico.
Non se ne può più, cambiamo più leggi elettorali che altre riforme, ma così il paese si stanca e non va più a votare. In nome della governabilità non governiamo i veri problemi che interessano gli italiani, che sono la salute, le tasse e la sicurezza. Ma il sistema politico è più interessato a gestire la propria sopravvivenza che le priorità degli italiani.
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