Giovanni Pizzo

Ex assessore della Regione Siciliana, scrivo su vari quotidiani. Laureato in economia e commercio

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Non si capisce perché stupirsi della mossa, ancora allusiva,  di Salvini sulla Sicilia. Da anni ormai Salvini cerca notabili e rais del voto al Sud e non al Nord, stava concludendo l’operazione di alleanza strutturale con la DC di Cuffaro se la magistratura non si fosse messa di mezzo. Sempre meno parla di Nord e si interessa di Sud, vedi il ripianamento dei debiti del Comune di Catania e il finanziamento allo scandaloso cimitero dei Rotoli di Palermo. Da ministro delle infrastrutture è colui, in maniera un po’ arruffata dal punto di vista amministrativo, che si è speso di più sul Ponte sullo Stretto, lui un milanese che tifa Milan. La sua lega da federalista è diventata nazionalista e sovranista più del partito di Putin in Russia.

Se Zaia, con 203.000 preferenze ma a spasso, aprirà il fronte del Nord ci sono previsioni di scissione in Padania e la Lega di Salvini e Vannasci dove deve puntare se non a Sud? Tra poco il primo con la Coppola ed il secondo con la lupara si vedranno fotografati a caccia con un cane cirneco alle pendici dell’Etna. Fdi vuole la Lombardia e Salvini sarà in parte costretto a dargliela. In parte perché i lumbard lo hanno tradito votando Romeo segretario regionale e non il suo pupillo, e lui non sarà costretto a difendere il fortino bossiano fino alla morte. Però dalla Meloni vuole una contropartita, a dispetto anche di quello ovviamente che vogliono i siciliani. La Sicilia conta sempre meno sul tavolo nazionale, anche perché nei ragionamenti territoriali è già stata pagata due volte con la presidenza della Repubblica. E poi Salvini ha già un alter ego in Sicilia, Salini di We build, che sta costruendo ferrovie, strade e, forse, il Ponte più lungo del mondo.

In Sicilia Salvini ha un luogotenente di grande “cazzimma”, come dicono i napoletani, Luca Sammartino, abile nel consenso fino a togliere risorse politiche perfino al partito della Meloni è capace di recuperare il consenso di Cuffaro ad oggi impossibilitato.  Per crescere in Sicilia bisogna sgomitare assai, incontrare tutto e tutti, essere sufficientemente determinati. E proprio per tutelare lo sforzo di Sammartino la Lega pensa di spostarlo in parlamento nazionale e lanciare alla presidenza della regione la sua compagna, Valeria Sudano, di antico lignaggio democristiano, ed in credito per la mancata candidatura, rivendicata da FdI, a sindaco della sua Catania. Il gioco riuscirà? La Lombardia val bene la Sicilia?

La Meloni è un politico prudente e la Sicilia genera sempre problemi, Berlusconi finché era lucido non la volle mai, meglio lasciarla ad un meno prudente e più spericolato Salvini. Forse

Così è se vi pare.


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