Lo hanno chiamato il raid fra le trazzere nissene. Fra le grandi opere lasciate incompiute dal crack Cmc ci sono le infrastrutture che collegano all’autostrada Palermo – Catania la città di Caltanissetta e, di fatto, buona parte della Sicilia centrale compresa la strada 640 Caltanissetta – Agrigento. Una situazione insostenibile per il territorio, che rischia di lasciare a casa centinaia di operai e di mandare in bancarotta decine di imprese sub appaltatrici creditrici di Cmc. Per questo cittadini, sindacati, imprenditori e perfino la chiesa sono scesi oggi in piazza per chiedere un intervento urgente

“Centinaia di persone hanno manifestato a Caltanissetta per ribadire che senza infrastrutture la Sicilia muore. Siamo pronti a nuove azioni di queste dimensioni se non verrà raccolto questo grido d’allarme” dicono Francesco De Martino (Feneal Uil), Paolo D’Anca (Filca Cisl) e Francesco Tarantino (Fillea Cgil) fra i promotori della grande manifestazione che si è svolta stamattina nel capoluogo nisseno per chiedere che ripartano i lavori di realizzazione della Caltanissetta-Agrigento.

“L’opera è all’80% del suo iter – continuano De Martino, D’Anca e Tarantino – il 20% mancante sta mettendo in
ginocchio il territorio. Oggi insieme ai lavoratori e alle istituzioni sono scesi in piazza anche i cittadini, segno che quest’infrastruttura viene percepita come indispensabile da tutti. Basta con gli annunci, con le dichiarazioni, con le parole, servono fatti. Se il 2 marzo non ripartirà il cantiere per il raddoppio della Ss640, porteremo nelle
piazze migliaia di lavoratori edili”.

“In prima fila a sostegno delle imprese creditrici e del territorio siciliano”. La CNA ha preso parte questa mattina al corteo che si è snodato lungo le strade di Caltanissetta contro lo stop dei cantieri sulle statali 640 e 121 e contro il blocco dei pagamenti a favore delle aziende, determinati dallo stato di crisi dichiarato della Cmc. La manifestazione, che ha visto la presenza di numerosi sindaci dei Comuni nisseni e agrigentini, dell’Assessore regionale alle Infrastrutture e del Vescovo di Caltanissetta, ha fatto registrare una grande mobilitazione. Per la CNA erano presenti all’iniziativa il segretario regionale Piero Giglione, i segretari provinciali di Agrigento e Caltanissetta, Claudio Spoto e Pasquale Gallina, e il presidente del capoluogo nisseno, Giovanni Manduca. “La Confederazione ancora una volta si distingue per l’impegno, la disponibilità e il contributo concreto a difesa degli interessi legittimi di chi lavora e produce – afferma Giglione – non facciamo mai mancare il nostro apporto alle imprese, siamo al loro fianco, così come accadde un paio di anni fa quando, sempre con la Cmc, affrontammo e portammo a soluzione una vertenza simile. Adesso il problema ritorna, con proporzioni più accentuati. E noi ci siamo, per evitare che l’indifferenza delle Istituzioni determini ferite laceranti e mortali nel tessuto produttivo siciliano, già provato da mille emergenze, a partire proprio dalle infrastrutturale viarie. Apprezziamo le parole pronunciate dal Pastore della Chiesa nissena e dall’Assessore Falcone, il quale ha riferito che, a seguito di incontri, vertici e interlocuzioni, il primo di marzo il cantiere sulla 640 riaprirà i battenti. Anche attraverso l’esecuzione dei lavori affidati direttamente dall’Anas alle stesse aziende subappaltatrici di primo livello, garantendo loro il pagamento diretto. Mentre per l’erogazione delle somme pregresse, al centro del contenzioso, qualora la situazione non si dovesse sbloccare, la Regione, secondo quanto dichiarato da Falcone, si costituirebbe in giudizio. Noi, come CNA, siamo pronti a sostenere anche l’altra proposta avanzata dall’Assessore, cioè spingere il Governo nazionale, così come si é fatto in precedenza a favore delle banche, a varare una norma “salva imprese”. La CNA – sottolinea il segretario regionale – vigilerà e monitorerà gli sviluppi, seguendoli da vicino, accanto alle imprese e al comitato, e relazionandosi costantemente con l’Assessore Falcone, il quale, in un incontro a margine della manifestazione di Caltanissetta, ci ha anche assicurato – conclude Giglione – che la riforma della normativa sugli appalti resta incardinata all’interno del Collegato”.

“Se prima i governi nazionale e regionale non metteranno l’Anas nelle condizioni tecnico-finanziarie di pagarci almeno un congruo anticipo sui nostri crediti pregressi, non saremo più nelle condizioni di proseguire alcuna attività o fornitura, né ai cantieri della Cmc né a qualsiasi altro committente”.
Lo hanno detto oggi le imprese del Comitato creditori della Cmc in crisi all’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, intervenuto oggi a Caltanissetta all’assemblea delle aziende che avanzano oltre 50 milioni di euro dal gruppo ravennate e che avevano appena partecipato alla grande manifestazione di protesta con sindaci, associazioni, sindacati, commercianti e cittadini per chiedere la fine dell’isolamento di buona parte della Sicilia.
“Il gruppo Cmc, con l’autorevole mediazione di Anas – hanno spiegato le imprese a Falcone – ci ha proposto di riprendere i lavori e in cambio Anas ha assunto l’impegno di pagarci direttamente le nuove opere per non aggravare ulteriormente la nostra condizione finanziaria. Ma noi, pur apprezzando la disponibilità dell’Anas e l’accordo che ha raggiunto con la Cmc, siamo costretti a rispondere che non siamo più nelle condizioni di muovere un solo bullone, coperti come siamo dai debiti causati dal general contractor che non ci paga da un anno e mezzo. Abbiamo chiesto a Falcone – hanno riferito le imprese – di reiterare solleciti istituzionali e pressioni politiche sul governo nazionale, affinché dia ad Anas anche i mezzi per sbloccare questo impasse sul nostro pregresso, e auspichiamo che la Regione possa incentivare il governo nazionale a compiere questo sforzo, contribuendo con un proprio supporto finanziario integrativo a ristoro delle nostre spettanze, per accelerare il completamento di opere fondamentali per la vita dei cittadini di tante comunità, così come rilevato oggi dal Vescovo di Caltanissetta, mons. Mario Russutto, durante il suo intervento alla manifestazione”.
“Attendiamo pertanto una convocazione – hanno concluso le imprese – dal governo nazionale per avere rassicurazioni in merito”.

Articoli correlati