“Noi non siamo i camerieri di nessuno e la presenza del presidente del Pd siciliano alla riunione di inizio anno di Sicilia Futura è la conferma che il dialogo e la partnership con il Partito Democratico è più forte che mai e vanno avanti senza essere inquinati dalle polemiche”.
Queste le parole del padrone di casa Totò Cardinale, davanti ad una affollatissima assemblea di Sindaci , assessori, consiglieri comunali e dirigenti politici regionali di primo piano (oltre 200).
L’ex Ministro è stato come sempre oltremodo esplicito ed ha biasimato la logica del “ levatici tu che mi ci metto io”, portata avanti senza una proposta alternativa da una parte veramente minoritaria del PD nisseno, al solo scopo di arrecare danno.
A rispondere senza infingimenti è stato quindi il presidente del Pd siciliano Giuseppe Bruno, che ha confermato l’importanza vitale che riveste Sicilia Futura nel progetto della casa politica del centrosinistra siciliano ed ha plaudito alla figura di Daniela Cardinale “che con il suo impegno e dedizione alla causa del Partito Democratico rappresenta una delle espressioni migliori dei democrat dell’Isola, con risultati per il territorio di appartenenza innegabili e che non possono essere sminuti o disconosciuti”.
Massima intesa dunque Tra Pd e Sicilia Futura che con i testa tutti i suoi dirigenti da Beppe Picciolo ad Elio Sanfilippo, ha teso la mano ad un Partito democratico che può tirarsi fuori dalle secche e ricominciare a prendere il largo con l’apporto sincero di quelle forze politiche che conoscono da vicino le esigenze del popolo.
Gli avversari sono i populisti e la destra, è stato detto all’unisono, inutile fomentare polemiche interne al centrosinistra, piuttosto si pensi a creare una squadra che sappia fare quadrato per rispondere a tono all’appuntamento ormai prossimo delle elezioni politiche del 4 marzo.
Ma i ribelli del Pdnon ci stannmo al diktat e minacciano di occupare la segreteria nazionale pur di bloccare la candidatura in vista delle elezioni politiche del 4 marzo.
Dopo il “No a candidature dinastiche” opposto alle scelte di Renzi dalle segreterie provinciali di Pd e Giovani democratici e dopo la lettera-appello all’apertura di un confronto inviata allo stesso leader dai segretari dei circoli dei 21 comuni della provincia, scende in campo la direzione dell’unione comunale del capoluogo. “Il gruppo dirigente di Caltanissetta – si legge nella lettera – intende avere la possibilità di scegliere ed indicare, unitamente alle altre comunità della provincia, i propri candidati tanto al proporzionale quanto al maggioritario e non subire supinamente indicazioni che sono frutto di accordi estranei alle logiche territoriali ed allo stesso gruppo dirigente”.
C’è il rischio di chiudere i circoli e rinunciare persino a sostenere la campagna elettorale: “Non ci sentiamo di sostenere una campagna elettorale per candidature che non siano in sintonia con la nostra gente”, dicono i componenti della direzione dell’unione comunale di Caltanissetta. “Vogliamo vincere le elezioni – scrivono – ma se i nostri appelli rimarranno inascoltati, saremo costretti a manifestare il nostro dissenso a Roma, presso la direzione nazionale. E se ciò non bastasse ci sarà una logica conclusione: il nostro disimpegno”.
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