Temono che il collegio di verificazione voglia procedre a una sanatoria del Muos di Niscemi per protrelo riattivare. Gli attivisti del coordinamento regionale dei comitati No Muos criticano la relazione del collegio verificatore, incaricato dal Consiglio di giustizia amministrativa di misurare il campo elettromagnetico prodotto dal cumulo delle antenne.
“Il supplemento di verificazione depositato ieri – spiegano gli attivisti – conferma tutte le nostre perplessità sulla composizione del Collegio di Verificazione, formato per 3/5 da ministri e sicuramente non terzo né estraneo al giudizio”.
Secondo i No Muos la conferma della loro ipotesi, in particolare, è rappresentata dal modo con cui il Collegio ha svolte le operazioni: “Misurazioni fatte a casaccio senza un preciso modello previsionale; tutti i sistemi di antenne erano comandati da remoto (da fuori della base di Niscemi) senza possibilità di alcuna verifica sulle reali modalità di utilizzo delle antenne; accettazione supina delle dichiarazioni unilaterali dell’Ambasciata Usa secondo la quale il Muos funziona a 200 Watt anziché a 1600 Watt come scritto nella progettazione ufficiale; esclusione dal cumulo dell’antenna LF che fa registrare valori di campo elettromagnetico altissimi, sicuramente superiori alla schermatura degli apparecchi elettromedicali salvavita. Del sistema NRTF è stato dichiarato, inoltre, che funzionano soltanto 18 delle 46 antenne”.
Inoltre gli attivisti sottolinenano che il giudice amministrativo “non ha mai affrontato il problema dell’inedificabilità assoluta dell’area nella quale è stato realizzato il Muos benché sollevato dalle parti ricorrenti. Ci chiediamo ora che anche la Cassazione penale ha giustamente confermato l’abusività dell’opera, proprio perché realizzato in area inedificabile, se il Cga continuerà a persistere in tale distrazione”.
Anche da Legambiente Sicilia arrivano parole forti contro la svolta che sta prendendo il caso giudiziario del Muos di Niesci. “Noi non ci aspettavamo nulla dai rilievi imposti dal Cga – spiega Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia– sulla verifica dei possibili pericoli che le radiazioni del Muos producono. Era un test di comodo e fatto in modo blando e senza alcun rigore scientifico. Ma se qualcuno pensa, adesso, di poter riprendere il percorso che porta alla sua messa in opera commette un grave errore e compierebbe atti illegali, perché il Muos è e resterà per sempre un’opera abusiva, realizzata in una riserva naturale, in un’area di grande pregio paesaggistico, che solo l’arroganza di chi l’ha progettata e di l’ha tacitamente consentita ha potuto violare pensando di farla franca. Questa verità non si può cancellare, nascondere o far tacere”.
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