Processo a Gela

A processo per abusi sessuali, carabiniere accusato anche di violazione banca dati

Udienza a carico di un carabiniere di Gela imputato di accesso abusivo al sistema Sdi, la banca dati del ministero dell’Interno, a disposizione delle forze dell’ordine. L’uomo è imputato, in altro processo, che si celebra sempre a Gela, anche per violenza sessuale ai danni del figlio e maltrattamenti alla moglie.

Indagine partita da segnalazione dei superiori

L’indagine era partita dalla segnalazione dei superiori del militare, attualmente in servizio a Licata. Sentiti in aula i testi della parte civile. La persona offesa, ex moglie del carabiniere, ha ricostruito un modus operandi del carabiniere, solito acquisire informazioni su persone di suo interesse.

Fra le persone controllate abusivamente, anche un catechista, attivo nella chiesa Madre di Gela che, a dire del carabiniere, era solito “portarsi a casa i ministranti”, alludendo a comportamenti a sfondo sessuale. Fatti riscontrati già dagli avvocati della parte civile in sede di indagini difensive. Tra i testi anche una imprenditrice di Gela, molto amica della ex moglie del carabiniere, che ha dichiarato di avere subito anche lei un controllo definito anomalo da parte dei carabinieri, che si sono presentati pronunciando soltanto i propri nome di battesimo e senza un regolare mandato.

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Nel Siracusano condannato un altro carabiniere

Un altro carabiniere finì sotto accusa e venne anche condannato in Sicilia sempre per pedofilia. E’ accaduto nel 2021 con il tribunale di Siracusa che ha condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione un militare di 56 anni, in servizio al comando provinciale di Siracusa. L’accusa nei suoi confronti era quella di abusi sessuali nei confronti del nipote, un minore. Per il militare disposta l’interdizione dai pubblici uffici ed una provvisionale di 20 mila euro per la vittima, adesso maggiorenne, e la madre, che si sono costituiti in giudizio.

Da quanto emerso nell’inchiesta dei magistrati della Procura di Siracusa, le violenze sarebbero state commesse nel 2009. Era il periodo in cui, di tanto in tanto, il nipote trascorreva dei pomeriggi nella casa dello zio. L’uomo è sposato con la sorella della madre del ragazzo e secondo la testimonianza della stessa vittima in quelle occasioni si sarebbero consumati gli abusi. Approfittando dell’assenza della moglie, il 56enne avrebbe costretto il nipote a delle prestazioni sessuali.

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I consigli degli esperti

E’ soprattutto sul web che si sta allargando a macchia d’olio il fenomeno degli adescamenti da parte dei pedofili. Le forze dell’ordine consigliano da sempre di fare massima attenzione ai propri figli, soprattutto se minori, nell’uso dei social. Monitorarli con discrezione ma con grande attenzione.

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