Il processo al cosiddetto Sistema Saguto è agli sgoccioli dopo due anni. Ieri è stata la volta dell’arringa finale di Ninni Reina, avvocato della principale protagonista del procedimento penale che vede coinvolti in tutto 14 persone, Silvana Saluto, ex giudice delle misure di prevenzione del tribunale di Palermo. n processo fatto da alti e bassi, punti morti e accelerate. Al tribunale di Caltanissetta presieduto da Andrea Catalano ieri era l’ultimo giorno di arringhe.
Ci sono volute ben 4 udienze per i difensori per cercare di smontare i 74 capi di imputazione che pendono sulla Saguto. Si tratta di reati che vanno dalla corruzione alla concussione all’abuso d’ufficio. Come si legge sul Giornale di Sicilia, sono stati gli ultimi sette capi d’imputazione i protagonisti dell’ udienza di ieri. Il legale Reina ha spiegato come l’accusa abbia avuto un’ ipertrofia di contestazioni: “Tutto è reato, tutto è penale, ogni condotta senza spiegazione alternativa che potrebbe non trasmodare nel penale”.
“La procura ha enumerato una serie di fatti rispetto a questi fatti ha ritenuto di sindacare, censurare, riprovare la condotta personale e professionale della dottoressa Saguto nell’esercizio della sua professione ed ha ritenuto che tutto potesse essere trasmutata in rilevo penale – ha detto Reina -. Il problema che si è posto è quello di indirizzare l’azione penale quale strumento per rincorrere una propria visione etica, una visione di integrità”.
Secondo i legali della Saguto, ci sarebbe una differenza sostanziale tra reati commessi ed etica facendo l’esempio del conto di 18 mila euro della spesa da pagare al supermercato. Lo stesso Reina ha affermato che potrebbe essere eticamente discutibile, ma la richiesta di coprire il debito per lei non costituisce reato. Intanto l’udienza per le repliche dei pubblici ministeri è stata fissata per il 23 settembre alle 9,30.
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