Avrebbe sfruttato i braccianti con lavoro nero e condizioni di lavoro inaccettabili. Oltre 20 le vittime costrette a raccogliere frutta nei campi per pochi euro, con orari massacranti e tutto in nero.

Titolare impresa agli arresti domiciliari

Per questo, la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Caltanissetta, coordinata dalla Procura della Repubblica preso il Tribunale di Gela, ha eseguito un provvedimento restrittivo della libertà personale seguito dalla concessione degli arresti domiciliari. Destinatario il titolare di un’azienda agricola, nei cui confronti vige la presunzione di innocenza, indagato per le ipotesi di reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Le indagini della Finanza

Le indagini delle Fiamme Gialle del Gruppo di Gela hanno permesso di fare piena luce sulle circostanze indicatrici dello sfruttamento di 21 lavoratori, di nazionalità italiana ed extracomunitaria. In particolare, la persona tratta in arresto era solita, secondo l’accusa, assumere “braccianti agricoli” da destinare alla coltivazione e alla raccolta di frutta ed ortaggi all’interno delle serre e sui campi di proprietà, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno.

Vittime italiane come extracomunitarie

Le vittime sono risultate persone che versavano in condizioni di grande difficoltà economica e che non avevano un’occupazione stabile, che accettavano condizioni di lavoro imposte dal titolare dell’azienda agricola, percependo paghe di gran lunga inferiori a quelle previste dai contratti collettivi.

Sequestrata l’intera azienda

Nel corso dell’operazione, inoltre, l’azienda agricola di proprietà del responsabile, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stata posta sotto controllo giudiziario.

L’ultimo precedente in una operazione nel Messinese

L’ultimo precedente di operazione contro il lavoro nero in Sicilia risale ad una decina di giorni fa quando, durante un controllo per il contrasto al lavoro nero, i carabinieri hanno trovato anche un bel po’ di droga. A finire nei guai un esercente di Messina arrestato in flagranza. Nel negozio e in casa trovato dello stupefacente, oltre che un’impiegata in nero.

L’intervento dell’ispettorato del lavoro

Ad operare in sinergia i carabinieri della compagnia di Messina Centro e del nucleo ispettorato del lavoro di Messina. La loro attività si è concentrata su un’attività commerciale di Messina nell’ambito di un servizio finalizzato alla tutela della normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché al contrasto del lavoro nero. Ma oltre al lavoro nero è venuta fuori anche la droga.

La videosorveglianza abusiva e non solo

A conclusione della verifica ispettiva, i militari dell’Arma hanno accertato violazioni alla normativa di settore. In particolare l’abusivo utilizzo di impianto di videosorveglianza e diverse violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Tra quelle più gravi l’utilizzo di una lavoratrice “in nero”. Il titolare per questo motivo era stato inizialmente denunciato. per lui anche pesanti sanzioni e ammende per oltre 70 mila euro con la contestuale sospensione dell’attività.

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