“A special day. L’arte di raccontare” è il titolo della mostra fotografica di Emanuele Carpenzano che aprirà i battenti il 16 marzo alle 17 presso la Galleria d’Arte Moderna di Catania, con il patrocinio del Comune di Catania.
Una retrospettiva per i venti anni di attività professionale del fotografo che è anche fondatore e guida dello studio Elab Photographers. L’inaugurazione sarà introdotta dall’assessore alla pubblica istruzione Barbara Mirabella e il critico fotografico Giuseppe Pappalardo.
Due tavole rotonde e una festa finale, aperta al pubblico: L’Arte di Essere Belle (22 marzo), L’Arte di Accogliere (5 aprile), L’Arte di Divertirsi (12 aprile). Partendo dal racconto intimo e consapevole della mostra, si prosegue con una riflessione più ampia. L’evento matrimonio viene ripercorso come viaggio sociale, portatore di usi e costumi, mode e trasformazioni, in cui il territorio risulta sempre punto d’incontro, spettatore e protagonista della nascita di nuovi legami familiari.
L’immagine fotografica è la forma del tempo riconosciuto. “Un nostro amico ha titolato “valzer di un giorno” la sua riflessione fotografica sul matrimonio. Intendeva rilevare, in termini di danza e di ritmo, di bianco e di nero, l’ospite non invitato, forse inatteso, perfino sconosciuto ma sempre presente in ogni matrimonio: “il tempo”.
Queste le parole del critico Pappalardo che descrive così il lavoro di Carpenzano, le cui foto puntano sugli elementi fondamentali, imprescindibili della scena matrimoniale e, quindi, sui nubendi, sui parenti, sullo spazio che li accoglie, sui fiori, sui simboli; e poi rivolge l’obiettivo sugli eventi come il lasciare la propria casa, arrivare al tempio della promessa, pregare, promettere, baciarsi, sorridere, piangere, condividere il cibo, scambiarsi il dono.
Tutte queste registrazioni visive perderebbero i loro connotati se non fossero innestati e raccolti nella struttura temporale di cui ogni immagine fotografica è forma. Forma di un tempo promesso, scambiato, consacrato. Forma di un tempo sperato, beneaugurato, condiviso. Forma di un tempo fedele, benedetto, vissuto. Il tempo di quel giorno non sarà mai un cosa ma sarà un “chi” dentro il quale i protagonisti si dovranno riconoscere e riconoscendosi trovare, insieme, le ragioni delle parole del passato, le consapevolezze del presente, le domande del futuro.
Vent’anni di matrimonio è dunque un punto di vista in evoluzione, un cammino interiore animato da passione e sperimentazione, che non dimentica il proprio fine: approdare al cuore dei protagonisti ritratti.
La mostra sarà aperta dal 16 al 30 marzo, ore 9.00-19.00, con ingresso libero.
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