gristina: "nessun senso civico e religioso"

Altarino di Sant’Agata imbrattato: la storia si ripete, gli atti vandalici anche (FOTO)

Se la storia si ripete con i festeggiamenti ‘Agatini’ immutati nei secoli anche gli atti di vandalismo a Catania si ripetono.

A distanza di un anno e con tempismo quasi perfetto pochi giorni prima dell’inizio della Festa di Sant’Agata è stato imbrattato l’altarino di via Dusmet che ritrae la Patrona. Quello che nei giorni clou dei festeggiamenti ‘custodisce’ i fiori e le candele accese dei fedeli in sosta o di passaggio in segno di preghiera.

Il gesto, ignobile e vile che senz’altro non ha nulla a che fare con l’educazione, la devozione e la fede, è stato subito condannato dall’amministrazione comunale di Catania con il sindaco Enzo Bianco che ha lanciato un appello alla sensibilità dei catanesi “affinchè chi abbia visto qualcosa, qualsiasi cosa, lo riferisca agli inquirenti in maniera da aiutarli nel loro lavoro di indagine”.

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Un’azione “gravissima e sconsiderata” l’hanno definita l’arcivescovo Salvatore Gristina e la Chiesa di Catania, in particolar modo la comunità della Basilica Cattedrale con il suo parroco Barbaro Scionti, che con tristezza hanno appreso che anche quest’anno è stato imbrattato l’altarino di Sant’Agata.

“Siamo vicini ai cittadini, ai devoti e a quanti si sentono offesi da tale gesto incomprensibile e fortemente dispiaciuti che l’immagine lì riprodotta della Santa Patrona sia stata nuovamente destinataria di un atto vandalico tale – si legge nella nota dell’ufficio stampa della Basilica – sia per ciò che rappresenta dal punto di vista devozionale che da quello storico-artistico. Chiunque abbia agito così, certamente non ha chiaro il senso religioso, dell’arte e quello civico. Dunque, mentre si condanna quanto compiuto, si prega per la conversione dei cuori induriti e delle coscienze annebbiate, poiché incontrino l’amore di Dio e per il prossimo. La bellezza e la purezza di Sant’Agata, vergine e martire, in nessun modo può essere lesa da simili tristi eventi; Agata, con la vita e con il martirio, insegna che è il peccato ad imbrattare i cuori molto di più che queste sozzure, a tenere l’uomo lontano dal Padre misericordioso e dalle opere della misericordia. Inoltre, in questi tempi difficili, siamo tutti chiamati a rispettare e a proteggere i luoghi di ogni culto religioso e di devozione, nonché a garantire che ognuno possa professare la propria fede e pregare liberamente e senza timore”.

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L’anno scorso era il 29 gennaio quando il busto della Patrona della Città è stato ritrovato a imbrattato e ricoperto di feci, probabilmente umane. Già nel corso della mattina, dopo la segnalazione ai vigili urbani, lo storico monumento – che risale al 1621 – era stato ripulito dagli operai della nettezza urbana.

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