Musi lunghi tra i lavoratori dell’Amt dopo il Consiglio comunale di ieri che analizzato la situazione dell’azienda trasporti di Catania.

Cinque ore di confronto che hanno deluso soprattutto alcune sigle sindacali che pensano ad uno sciopero e già stamani si sono presentate in Prefettura per tutti gli adempimenti del caso.

Lo stop, organizzato da Confasal e Faisa Cisal, dovrebbe essere programmato entro il mese di giugno o al massimo nei primi giorni di luglio e durerà 24 ore: “Per scongiurare lo sciopero occorre un miracolo e onestamente molti hanno smesso di crederci…”, commenta Romualdo Moschella di Faisa Cisal, oggi in Prefettura con Giovanni Lo Schiavo (Fast Confsal).

Ieri durante il Consiglio Comunale sono piovuti attacchi dall’opposizione e critiche anche da alcuni rappresentati della stessa maggioranza che sostiene l’amministrazione Bianco. C’è stato, però, anche chi ha invitato all’unità del consesso civico per superare la crisi dell’Amt i cui debiti superano i cinquanta milioni di euro.

“Abbiamo assistito ad una pantomima con cui il presidente e l’assessore hanno cercato di convincerci con i soliti argomenti per scaricare le responsabilità alla Regione Siciliana, anziché assumersi le proprie”, dicono Lo Schiavo e Moschella commentando la seduta di ieri.

Secondo Faisa, Cisal/Fast-Confsal: “Che la Regione abbia responsabilità gravissime nei confronti di Amt è risaputo non fosse altro per avere trascinato l’azienda in un impoverimento tale da non potere garantire neanche i servizi minimi alla cittadinanza a causa dell’illegittimo e arbitrario doppio taglio chilometrico del 2012, ma è anche vero che il Comune, come socio unico della partecipata, non può esimersi dalle proprie responsabilità tenuto conto che deve restituire alle casse della società circa 26 milioni di euro”.

“Il presidente Lungaro, invece di accettare l’invito a dimettersi – concludono i sindacalisti – cerca ancora ostinatamente di difendere il suo operato per eventuali azioni intraprese senza però fare sapere quali siano state le cose fatte per salvaguardare l’azienda”.

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