Si è concluso con un mancato accordo, il preavviso di licenziamento collettivo dei 55 dipendenti impiegati nel servizio di pulizia veicoli e dei parcheggi Amt di Catania svolto dalle due società in partecipazione, Punto pulizia e Papalini, che da circa 3 mesi non percepiscono gli stipendi.

La procedura è stata motivata con la scadenza dell’appalto del 31 Marzo 2017 e successiva proroga il 30 Aprile 2017.

In una nota della Cigl si spiega: “Nonostante le continue richieste, ad oggi nulla è stato comunicato ai sindacati in riferimento ad eventuali aziende subentranti. Le società che già da qualche mese pagavano regolarmente i dipendenti, oggi non sono più in grado di rispettare le scadenze a causa dei mancati pagamenti da parte della Amt delle fatture per le prestazioni già erogate e comunque previste dall’appalto”.

Il sindacato ricorda che la situazione è stata denunciata presso tutte le sedi istituzionali, Prefettura compresa, e le organizzazioni sindacali sono seriamente preoccupate che “la Amt, con il mancato pagamento delle fatture e le inadempienze contrattuali ha, di fatto, destinato 55 lavoratori alla perdita del posto di lavoro”.

Nella nota si chiarisce anche che le aziende uscenti hanno sopperito fin quando possibile, “alle inadempienze della Amt pagando comunque gli stipendi dei lavoratori al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e retributivi; ciò anche grazie alle sollecitazioni del sindacato”.

“Ci si chiede come una società sostanzialmente pubblica, possa rendersi inadempiente al punto tale da costringere al licenziamento di 55 lavoratori- dichiara il delegato del commissario Filcams Cgil di Catania Sergio Aliprandi -per questo intraprenderemo tutte le azioni possibili per la salvaguardia occupazionale ed una risoluzione definitiva di tutti i problemi”.

Intanto la Uil Trasporti chiederà al sindaco Enzo Bianco un intervento per scongiurare il licenziamento: “Si impedisca che, al danno prodotto dai ritardi cronici dell’Azienda nei pagamenti ai fornitori, si unisca ora la beffa della perdita del posto”, afferma Salvo Bonaventura.

“Il comportamento dei vertici della società partecipata del Comune – conclude – è inaccettabile. Confidiamo nell’amministrazione cittadina perché impedisca nuove slavine occupazionali in un territorio già fortemente provato dalla crisi”.

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