Nonostante le precisazioni ed i chiarimenti è sempre querelle sul caso dell’asfalto sul sagrato della cattedrale di Catania. Oggi non è passato inosservato il blitz di Striscia la Notizia, con l’inviata Stefania Petyx, mentre sulla vicenda intervengono anche gli architetti.
“La polemica che si sta sviluppando – sottolinea il presidente dell’Ordine degli Architetti di Catania Giuseppe Scannella – dà lo spunto per riflettere sull’uso e sulle modalità di cura e tutela dei beni. Quando storici, tali beni sono affidati alla Soprintendenza che a volte viene sorpassata dalla fantasia di qualche fervido esecutore. La questione quindi – continua il presidente – oltre che ad avere aspetti legali e burocratici (mancanza del prescritto Nulla Osta) riguarda la diffusa mentalità pressapochista, priva di qualsiasi sensibilità e senso del decoro, con la quale la società nel suo complesso affronta la manutenzione, qualificazione, trasformazione dello scenario urbano”.
Una questione sociale e culturale che affonda le radici – se non per qualche obbligo di legge, più formale che sostanziale – in decenni di deregolamentazione in tema di competenze professionali per cui “Chiunque si sente in diritto di decidere autonomamente come intervenire di fronte a una banale questione (la sicurezza dei visitatori) e lo fa con i mezzi culturali e specialistici di cui dispone: insufficienti. Non deve stupire il caso Catania, se non per la rilevanza indiscutibile del luogo e del contesto perché, per la verità, ciò avviene tutti i giorni” afferma Scannella.
“È il risultato di una visione solo mercantilistica della professione. È una preoccupante mancanza d’interesse per il bene comune, verso il valore dell’ambiente e del costruito, cui solo una risposta forte, culturalmente elevata e radicale, potrà forse dare soluzione. Forse val la pena di immaginare la figura dell’architetto “condotto”, dell’architetto indipendente-pubblico ufficiale, che abbia la responsabilità della tutela di beni che, per il loro valore, sono patrimonio di tutti, non solo del proprietario catastalmente individuato” dichiara il presidente dell’Ordine.
E conclude: “Nel frattempo chi ha responsabilità di questa scempiaggine passata e presente, abbia la compiacenza di dare un segno di umiltà, e non immaginiamo salvifiche soluzioni perché, per risolvere il problema basta poco: solo un pizzico di buon senso”.
E’ stato chiarito che l’asfalto sul sagrato della Cattedrale di Catania era preesistente e che il nuovo intervento ha di fatto ripristinato quanto era già in posa da tempo. Inoltre, proprio dalla Basilica, hanno spiegato che si tratta di un ripristino ‘temporaneo’.
“Nessun pavimento ottocentesco è stato deturpato o ancor peggio occultato – si legge ancora – . L’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi aveva ampiamente segnalato agli organi competenti (2 febbraio 2007 e 7 marzo 2012) la necessità di sistemazione dell’area esterna della Cattedrale senza aver alcun riscontro, anche se senza dubbio alcune cose sono state realizzate”.
a cura di Federica Di Chiara
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