Come previsto la maggioranza al Consiglio comunale di Catania si è ricompattata e per il nuovo piano di riequilibrio redatto dall’amministrazione di Enzo Bianco è arrivato il disco verde.
Pesano, ovviamente, le recenti nomine ai vertici della partecipate e il mini rimpasto in giunta che hanno sancito la fine di una lunga guerra interna
Poco dopo mezzanotte il voto favorevole di 20 consiglieri su 23 presenti (uno contrario e un astenuto, ma sarebbero bastati 18 voti visto che è si era in seconda convocazione) ha approvato l’atto che adesso dovrà essere valutato dal ministero dell’Interno e dalla Corte dei Conti.
Il nuovo piano di riequilibrio, accompagnato da non poche polemiche soprattutto per la misura collegata alla dismissione di alcuni beni immobili comunali, è stato votato dai consiglieri di Articolo 4 Giuseppe Catalano, Rosario Gelsomino, Nuccio Lombardo (che è da poco entrato in giunta), Antonino Manara, Giuseppe Musumeci e Beatrice Viscuso; quelli del Megafono: Erika Marco, Daniele Bottino e Francesco Trichini; i rappresentanti di Catania Futura Carmelo Coppolino e Salvatore Spadaro; per il gruppo con Bianco per Catania Mario Crocitti, Michele Failla, Maria Mastrandrea e Alessandro Porto, per il Pd il capogruppo Pd Giovani D’Avola e la presidente del Consiglio,Francesca Raciti.
Sì anche dal consigliere di Progetto popolare Carmelo Sgroi, da Giovanni Marletta di Catania 2.0 e da Massimo Tempio del Gruppo Misto.
Ha votato no, invece, Maurizio Mirenda, da poco approdato al Gruppo misto, si sono astenuti Francesco Petrina (Con Bianco per Catania) e Tuccio Tringale di Catania 2.0.
Assenti tra le fila della maggioranza Salvatore Giuffrida (Catania 2.0), Alessandro Messina di Catania Futura, Carmelo Nicotra e Salvatore Tomarchio (Progetto Popolare) gli esponenti di Con Bianco per Catania, Elisabetta Vanin, Agatino Lanzafame, Carmelo Sofia ed Elena Ragusa. Oltre a Notarbartolo, erano assenti i consiglieri del Pd, Ersilia Saverino, Pd Antonino Vullo e Lanfranco Zappalà.
Ovviamente la minoranza non ha partecipato al voto. Grande Catania ha lasciato l’aula poco prima spiegando, attraverso Sebastiano Anastasi, che ‘non intende lasciare alcuna traccia, nemmeno involontaria, su quest’anno ’.
Secondo il gruppo autonomista, che ha rivendicato “di non appartenere ad alcuna logica spartitoria come sempre proclamato in questi mesi” la maggioranza sarebbe stata sorda alle istanze che arrivano dal mondo del welfare: “Non si è tenuto conto – osserva Anastasi – della mancanza di una nuova governace sui servizi sociali alla luce di quanto previsto dal nuovo Piano”.
Critiche anche da Ludovico Balsamo e Manlio Messina (FdI-An, ma iscritto al Misto), Sebastiano Arcidiacono (Misto) e Niccolò Notarbartolo (Pd) da sempre strenui oppositori del nuovo piano promosso dall’amministrazione che per domani ha annunciato una conferenza stampa in cui illustrerà i dettagli dell’atto.
L’approvazione del nuovo piano consentirà l’avvio del dibattito sul Bilancio di previsione 2016 che recentemente è stato commissariato dalla Regione.
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