“L’apertura della sede Frontex di Catania, seppur con forte ritardo, è una notizia positiva perché la Sicilia rappresenta la frontiera meridionale dell’Europa e sta da tempo pagando il prezzo più alto di quest’emergenza immigrazione”. Così Salvo Pogliese, parlamentare europeo di Forza Italia-PPE e membro della commissione Libe dell’Europarlamento, commenta l’apertura della sede Frontex nel capoluogo etneo.
“Con la nuova sede di Frontex a Catania dice invece Giovanni La Via – abbiamo scommesso su un territorio che ha già dimostrato eccezionale spirito umanitario e grandi capacità d’intervento. Da Catania si lavorerà in stretto contatto con gli ufficiali di collegamento di Europol, Eurojust e dell’EASO, l’Ufficio europeo d’asilo. E ciò avviene contemporaneamente alla proposta del Migration Compact, il documento che il governo ha trasmesso all’Unione europea, che consentirà, se sostenuto dagli altri Stati membri, una gestione dei flussi sostenibile attraverso una cooperazione mirata e rafforzata coi Paesi terzi di provenienza e di transito”.
“Dalle parole di Alfano emerge il vero obiettivo di Frontex: esternalizzare le frontiere, spostarle verso sud fino ai paesi da dove i migranti e i profughi scappano. Foraggiare dittatori perché si tengano i migranti e facciano il lavoro sporco al posto nostro. Così come è stato fatto con l’accordo Ue-Turchia. Così come si ha intenzione di fare in Libia, con l’istituzione di enormi campi di concentramento per migranti che transitano da lì per tentare di arrivare in Europa”. Luca Casarini di Sinistra Italiana Sicilia interviene sulle dichiarazioni del ministro Angelino Alfano rilasciate oggi all’inaugurazione della sede di Frontex a Catania
. “Alfano parla delle navi di Frontex come di “hotspot” mobili in mezzo al mare – continua Casarini – a quando l’istituzione di campi di detenzione galleggianti, di navi carcere per chi non ha commesso alcun reato ed è colpevole solo di cercare salvezza e aiuto? Il ministro Alfano non parla dell’unica cosa che servirebbe per affrontare in termini dignitosi e responsabili la situazione: corridoi umanitari per chi scappa dalle guerre, un grande piano di accoglienza e di residenzialità lunga per chi è costretto a fuggire dalle guerre, dalle torture, dalla miseria, dai disastri ambientali e climatici. Quali sono per Alfano i “paesi terzi sicuri”? L’Egitto ad esempio?”.
Commenta con Facebook