C’erano i ‘timbratori’ seriali di cartellini (badge). E gli impiegati comunali che non andavano a lavoro.

Nel plesso di San Cosimo che ospita gli uffici comunali dell’Area tecnica, dello Sport, della Pubblica Istruzione e dei Lavori Pubblici, gli utenti arrivavano e non trovavano alcun dipendente al ‘proprio’ posto.

Ed è così che proprio dalla segnalazione di alcuni cittadini che gli agenti del Commissariato di acireale avviano le indagini.

Un’indagine-lampo condotta tra il 26 febbraio e il 13 marzo 2015. Lampo perchè quando uno dei dipendenti infedeli si accorge della telecamera installata, prima della strisciata di routine, l’ha danneggia e la rende inutilizzabile. E’ a quel punto che gli investigatori continuano il lavoro di intelligence e incrociano i riscontri delle immagini registrate con le timbrature dei badge. 

Ai domiciliari sono finiti l’ex funzionario dell’ufficio Tributi del Comune di acireale, Orazio Mammino, 49 anni e altri due impiegati Mario Primavera, 59 anni e Venera Lizio, 45 anni. Per altri 12 dipendenti è stato disposto l’obbligo di firma “prima e dopo gli orari di lavoro” sottolineano gli inquirenti.

E’attraverso i ‘rilevatori di presenza’ che i dipendenti ‘specializzati’ nella timbratura dei badge al posto dei colleghi facevano risultare l’ingresso e la presenza all’interno dell’ufficio di chi ‘assenteista’ non era presenti e che, in alcuni casi, non avrebbe mai prestato servizio.

La polizia, attraverso le immagini delle telecamere ha scoperto alcuni dipendenti comunali che “strisciavano” un numero plurimo di badge – tra i due e i cinque – anche consecutivamente, in modo da far rilevare al sistema informatico la presenza dei colleghi in realtà assenti.

Oltre alla beffa per gli utenti che si presentavano negli uffici senza avere alcuna risposta, c’è il danno economico per l’Erario, non ancora quantificato. I dipendenti infedeli erano “formalmente” presenti e, quindi, percepivano il relativo compenso.

Durante le indagini si è cercato di capire chi fosse un habituè della strisciata multipla e chi, invece, ne facesse ricorso solo occasionalmente.

E nel caso delle condotte ripetute, gli investigatori hanno analizzato anche il caso in cui il dipendente possa essere stato, nel corso della giornata lavorativa considerata, del tutto assente o ritardatario.

C’è addirittura il caso di un dipendente che nel periodo interessato dalle indagini, non si è mai recato al lavoro, se non per qualche breve e sporadica apparizione pur risultando presente, in base al registro informatico di rilevazione delle presenze: ciò grazie alle false “strisciate” fatte dal collega di turno ‘compiacente’.

Un’inchiesta, quella coordinata dai pm Pasquale Pacifico e Alessandro Bisogni, che non finisce qui, così come sottolineato dal Procuratore di Catania, Michelangelo Patanè: “Non è stato contestato agli indagati il reato associativo, ma è chiaro che qualche dipende come si vede dalle registrazioni tirava fuori più di un cartellino e li passava uno dopo l’atro, in maniera ben organizzata. Verosimilmente se le indagini fossero durate di più si sarebbe scoperto dell’altro. Un’inchiesta che non finisce qui”.

 

 

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