E’ bagarre a Palazzo degli Elefanti dopo le dichiarazioni del consigliere comunale Manlio Messina (FdI-An) sui fondi che sarebbero stati ‘girati’ dall’Amt in liquidazione al Comune di Catania per consentire il pagamento degli stipendi ai dipendenti.
Stamani la commissione consiliare Bilancio ha chiesto chiarimenti in merito ai movimenti di tesoreria dal 20 luglio al 30 agosto per comprendere quando effettivamente sarebbe stato effettuato il bonifico mostrato in aula da Messina. In sintesi, i consiglieri vogliono capire se quei soldi erano già disponibili al momento della votazione del Consuntivo 2015.
Sebbene il caso sia affiorato solo ieri in Consiglio comunale, si inquadra infatti in uno spettro decisamente più ampio che risale ai giorni tormentati dell’approvazione del Bilancio consuntivo 2015 (commissariato dalla Regione) senza il quale non sarebbe stato possibile sbloccare i fondi statali necessari poi al pagamento delle spettanze.
Proprio durante le fasi della votazione venne organizzato un sit-in e si parlò di pressing sul Consiglio comunale che, a detta di molti consiglieri, non avrebbe avuto modo di analizzare al meglio la delibera proprio per consentire che fossero saldati al più presto gli stipendi.
Secondo il vicepresidente della commissione Bilancio, Niccolò Notarbartolo, il caso va analizzato scindendo due aspetti: politico e tecnico.
“Politicamente – spiega l’esponente del Pd – vogliamo comprendere se è stata costruita una verità ad arte adoperando i dipendenti comunali, se è stato chiesto al Consiglio di votare il Consuntivo in fretta e furia pur sapendo che i fondi per pagare gli stipendi erano già disponibili”.
Decisamente più complessa la questione che riguarderebbe l’eventuale passaggio di quei fondi dai conti dell’Amt in liquidazione a quelli del Comune.
“Anche in questo caso – prosegue Notarbartolo – bisogna capire chi e come ha approvato il bilancio finale di liquidazione della vecchia Amt che era una municipalizzata, quindi soggetta ad un voto del Consiglio comunale unica istituzione competente per decretare la cessazione dell’attività della municipalizzata. Occorre comprendere come è stato strutturato il piano di riparto e se il Comune, che è socio unico dell’Amt in liquidazione, ha fatto propri i debiti e la liquidità dell’azienda”.
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