Catania

Basi militari italiane in allerta ma l’attacco a Soleimani non è partito dall’Italia, divampa la polemica politica

Arriva dopo 48 ore la risposta del Ministero della Difesa italiano alle interrogazioni parlamentari che parlano di drone partito da Sigonella per l’attacco contro il generale Soleimani. Il ministero della Difesa smentisce “categoricamente”, “anche alla luce delle ottime relazioni e contatti con la controparte militare americana presente sul territorio italiano”, le notizie “apparse su alcuni organi di informazione relative all’ipotesi di partenza di droni dalla base aerea di Sigonella per l’operazione che ha portato all’uccisione del generale iraniano Qassam Soleimani”.

“Per quanto riguarda la missione in Iraq – fa sapere il ministro della Difesa Lorenzo Guerini – sarà la coalizione, con tutti i suoi componenti, a determinarne gli sviluppi, nel quadro dei contatti sempre frequenti fra gli Stati Maggiori della Difesa dei Paesi Membri che ad oggi ha portato alla sospensione temporanea delle attività addestrative”.

A rincarare la dose arriva anche la smentita del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: “Da qualche giorno leggo false notizie sul fatto che il drone statunitense che ha colpito Soleimani in Iraq, sia partito dalle basi Nato italiane. È assolutamente falso”, ha scritto il titolare della Farnesina in un post su Facebook.

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Nessuna spiegazione sul ritardo rispetto alle notizie che per sua stessa ammissione circolano su numerosi giornali da oltre due giorni. Nel pomeriggio di oggi anche il fondatore di Possibile ed ex uomo del Pd Giuseppe Civati aveva rilanciato la notizia e presentato richieste di formali spiegazioni “Il governo deve chiarire se davvero l’operazione in Iraq dei giorni scorsi è partita davvero da Sigonella. Da quanto circola, infatti, il drone che ha colpito il convoglio a Baghdad sarebbe partito proprio da una base italiana. Si tratterebbe di un fatto gravissimo e di fronte a queste indiscrezioni stampa, i ministri competenti, ma anche il presidente del Consiglio Conte, non possono tacere”.

“L’assenza dell’Italia dallo scacchiere diplomatico – aveva aggiunto Civati – è già un problema serio. Ma la passività rispetto alle prepotenze del presidente statunitense Trump è inaccettabile. Per questo è necessario che il governo italiano faccia sentire la propria voce per fermare gli atti di guerra avviati dalla Casa Bianca. Essere alleati non significa subire qualsiasi azione”.

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Nonostante ciò le basi italiane sono in pre allerta. In particolare Sigonella e Aviano sono pronte alla reazione e in fase difensiva. Nessuna notizia, invece, sull’eventuale impiego degli impianti Muos

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