Lo scenario alla zona industriale di Catania è sempre lo stesso dopo le piogge torrenziali: strade allagate, canali di scolo ostruiti da detriti, buio pesto in tutta la zona, sistema telefonico e Internet in tilt.

La denuncia è di Confcommercio che rimarca il pessimo stato in cui versa l’area industriale “per mancanza di manutenzione e per scarsa cura da parte dell’ amministrazione di competenza”. In una nota l’associazione segnala che le richieste di aiuto rimaste inascoltate per troppo tempo.

I canali pieni d’acqua davanti alla mia azienda – afferma Fabio Impellizzeri, riferimento per la Confcommercio della zona industriale di Catania – e i muri di contenimento stanno crollando causando l’occlusione definitiva del canale di raccolta, quello di fondamentale importanza per il Blocco Palma 2 e Giancada. Basti pensare che tutto questo poteva essere risolto con i lavori stanziati dalla Regione, peccato che l’Irsap ha inviato con 12 mesi di ritardo l’integrazione al progetto richiesta dall’assessorato al territorio e all’ambiente. Parliamo di oltre 1.500.000,00 euro. Nell’attesa ho versato all’Irsap 35 mila euro di oneri di urbanizzazione!”

Ha lavorato 10 anni in Tunisia Paolo Maggiore, imprenditore della zona industriale etnea,  e racconta: “Lo stabilimento era in una zona industriale nella periferia di Tunisi, vi assicuro che l’area era curata e non c’erano tutti i problemi di infrastrutture che abbiamo a Catania. Persino il Nord Africa è organizzato meglio di noi”.

Non se la passa meglio Matteo Pitanza della Brumi che, come gli altri, stamattina è arrivato in azienda al buio e schivando pericoli lungo la strada, come la rotonda che dall’Ikea porta alla gran parte delle imprese della zona, era talmente ricoperta d’acqua da essere sparita alla vista. “Il canale limitrofo alla mia azienda – racconta ancora Pitanza – è esondato causando l’allagamento dell’area antistante alla fabbrica ma entrando anche all’interno del piano strada”.

Piogge a parte, le strade continuano a rimane al buio perché non vengono ripristinati gli impianti dopo i furti di cavi elettrici in più punti: “Abbiamo pagato la vigilanza privata quando ci siamo accorti che le botole erano state sollevate in preparazione dei furti -, continua Fabio Impellizzeri – dopo  aver sporto denuncia ai carabinieri. Staccata la vigilanza, dopo un mesetto circa, appena hanno visto che avevamo abbassato la guardia hanno rubato tutto. Ed è così da oltre un anno”.