La vera partita attorno al riordino delle Camere di Commercio si gioca sul futuro degli aeroporti, in particolare quello di Catania ed a cascata Comiso, nel Ragusano.

Il piano della Sac di privatizzare Fontanarossa

L’emendamento al decreto “Sostegni-bis” sostenuto dalla parlamentare siracusana di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo, appoggiato da Nino Minardo della Lega Sicilia e dai deputati siracusani del M5S, Filippo Scerra e Paolo Ficara, che prevede la separazione delle Camere di Commercio di Siracusa e Ragusa da Catania per essere inserite in un unico calderone con Agrigento, Trapani e Caltanissetta, svela il vero obiettivo: porre un ostacolo al piano della Sac Spa di Catania, gestore dell’aeroporto di Catania, che punta alla privatizzazione dello scalo con la cessione del 50 per cento delle azioni.

L’assetto della Sac

La Sac Spa, come emerge sul suo sito, è una società “soggetta a direzione e coordinamento da parte della CCIAA di Catania, Ragusa e Siracusa della Sicilia Orientale”. Nel pacchetto societario, l’ormai ex Supercamera, presieduta da Pietro Agen,  detiene il 61,22% delle azioni, poi ci sono tutte con il 12,24% la Città metropolitana di Catania, rappresentata dal sindaco Salvo Pogliese, l’Irsap di Palermo, il Libero consorzio di Siracusa ed il Comune di Catania.

Lo scenario

Era stato lo stesso presidente della Regione, Nello Musumeci, nel dicembre del 2019 a dare il via libera alla privatizzazione della Sac che nel gennaio scorso, come riportato sul quotidiano La Sicilia, scelse lo studio Gianni&Origoni  come advisor legale per la vendita del pacchetto azionario. E sull’aeroporto catanese, leader nel Sud Italia con circa 10 milioni di passeggeri annui, ci sono già gli appetiti di grossi gruppi, come Atlantia, ed altri investitori internazionali, che controllano altri scali italiani,  tra cui Napoli, Milano e Venezia.

L’ostacolo politico

Insomma, tutto sembrava procedere sul solco tracciato da Pietro Agen e dall’ad di Sac, Domenico Torrisi, ma sotto traccia, in Parlamento, si lavorava per bloccare il progetto, che, con quest’emendamento, rischia di saltare, o comunque, potrebbe rallentarne l’esecuzione.

Prestigiacomo contro privatizzazione

La parlamentare nazionale di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo, ha posto subito l’accento sulla partita dell’aeroporto, commentando la fine della Camera di Commercio della Sicilia orientale. “Svendere un gioiello di famiglia, con i conti in ordine e dalle immense potenzialità, per coprire buchi, consentiti nei bilanci delle Camere di Commercio dalle nefaste stagioni passate, sarebbe un rimedio peggiore del male, a non voler pensare di peggio” ha detto l’ex ministro dell’Ambiente.

Sac commissariata?

Il nodo cruciale è se la separazione delle Camere di Commercio di Siracusa e Ragusa da Catania, che pone fine alla Camera di commercio del Sud-Est può congelare non solo la privatizzazione dello scalo ma anche la stessa Sac. ” Adesso auspichiamo commissariamenti rapidi e all’altezza dei compiti affidati e mettiamo per sempre nel cassonetto delle idee non riciclabili la follia di vendere Fontanarossa” spiega Stefania Prestigiacomo.

Nella partita anche lo scalo di Comiso

Il piano di privatizzazione della Sac, inevitabilmente, si riverbera anche sull’aeroporto Pio La Torre di Comiso, gestito dalla Società aeroporto Comiso (So.A.Co),  che, insieme alla SAC SERVICE Srl,  a capo del servizio di sicurezza aeroportuale di Catania, la  INTERSAC Holding SpA (controllata al 100% dalla SAC SpA),  che detiene la maggioranza delle azioni della SO.A.CO, sono le società controllate della Sac Spa.

 

 

 

 

 

 

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