Inizierà domani, con i primi 50 migranti in partenza il trasferimento degli ospiti del Cara di Mineo. Sono tutti maschi adulti e senza figli, ospiti da anni della struttura.

Destinazione Centri assistenza stranieri: 25 andranno a Trapani, 15 a Siracusa e 10 a Ragusa. Le famiglie con bambini e le situazioni ritenute maggiormente ‘vulnerabili’, come quelle di mamme sole con figli o persone con problemi di salute, resteranno per il momento nella struttura.

Altri 50 partiranno il 17 febbraio e altri 50 ancora dopo dieci giorni, come annunciato dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che prevede la “chiusura del Cara entro l’anno”.

Quelli che domani in bus lasceranno la struttura, accompagnati da mediatori culturali e scortati dalle forze dell’ordine, sono stati avvertiti da giorni. Attualmente nel Cara di Mineo, il più grande Centro accoglienza richiedenti asilo d’Europa e il secondo in via di chiusura in Italia dopo quello di Castelnuovo (Roma), sono ospitati 1.244 migranti.

Da domani sarà superata, al ribasso, la soglia di 1.200 persone, previsto dall’accordo di salvaguardia, che permette ai gestori e al governo di potere rescindere il contratto senza pagare penali. La sua annunciata chiusura ha creato allarme tra i dipendenti della struttura, che sono circa 220, e i lavoratori dell’indotto. Già in oltre 170 hanno perso il posto.

Il Cara di Mineo era stato inaugurato nel 2011 dal governo Berlusconi ed è arrivato ad ospitare oltre 4mila migranti nell’ex “Residence degli Aranci” che era riservato ai militari americani di stanza nella base di Sigonella e ai loro familiari.

Sulla struttura sono aperte più inchieste. Quella principale è della Procura di Catania per turbativa d’asta e falso sulla concessione dell’appalto dei servizi, dal 2011 al 2014, in cui è indagato anche l’ex sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione. La prima udienza del processo è prevista per il prossimo 20 marzo.