Francesco Corallo, l’imprenditore, arrestato oggi ai Caraibi dallo Scico della Guardia di Finanza, è  di origini catanese, ma a soli 20 anni decide di trasferirsi nelle Antille Olandesi e di investire nelle sale da gioco e nei casinò.

Le cronache parlano di lui per un’inchiesta sul ‘Casinò di Campione’ e per i legami del padre con la famiglia dei Santapaola. Condannato in primo grado, a lui non è stata mai contestata l’aggravante mafiosa.

L’inchiesta dei pm romani riguarda un’associazione per delinquere transnazionale che riciclava in tutto il mondo i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco on-line e sulle video-lottery.

Secondo il Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, l’inchiesta è coordinata dal procuratore Giuseppe Pignatone e dall’aggiunto Michele Prestipino, quello che Francesco Corallo muoveva era un fiume di denaro per più di mezzo miliardo di euro.

Denaro trasferito dalle società del gioco gestite da Francesco Corallo e finito all’estero. Un patrimonio sottratto al fisco e alle casse dello Stato.

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