Aule al buio, ascensori bloccati, computer spenti e metal detector fuori uso: il black out di ieri negli uffici dell’ex Pretura di Catania (in via Francesco Crispi) oltre a creare disagi agli avvocati e agli utenti solleva la questione sicurezza.
Con la richiesta da parte del segretario Uilpa Catania dell’immediata chiusura della sezione distaccata del Tribunale.
I segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione Armando Algozzino ha inviato una nota al sostituto presidente del Tribunale Adriana Puglisi e al sindaco Enzo Bianco. La centralina dello stabile mercoledì mattina è saltata, lasciando gli uffici giudiziari privi di energia elettrica.
“I locali della sezione – spiega il segretario – non dispongono di un gruppo elettrogeno funzionante e ciò determina, in assenza di luce, anche la mancanza di acqua per i servizi igienici”.
“A tutto questo – continua – si aggiungono il sistema informatico sospeso, che ha causato gravi disagi al personale e all’utenza, e l’assenza dei controlli di sicurezza attraverso il metal detector”.
“Stupisce fortemente – si legge ancora nella nota del segretario generale della UILPA catanese – che sia stato autorizzato il normale svolgimento delle udienze, malgrado il black out in atto: non è possibile privare il personale e l’utenza dei servizi igienici, indispensabili in una struttura pubblica”.
L’episodio ha drammaticamente messo in luce anche la presenza di barriere architettoniche negli uffici: un avvocato diversamente abile è rimasto infatti bloccato al secondo piano del palazzo, poiché gli ascensori erano inutilizzabili.
“Una carenza gravissima – conclude l’esponente della Uil – che impone una riflessione sui livelli di fruibilità della sede, di certo non adeguata alle esigenze dei portatori di handicap”.
Il sindacato ha chiesto al primo cittadino la chiusura immediata della sede e la conseguente sospensione delle udienze.
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