Il Catania è in picchiata e per la terza volta in tre tornei consecutivi si trova a fare i conti con una classifica pericolosissima complicata ulteriormente dalla sconfitta di ieri contro il Martina Franca.

La partita è stata esattamente uguale alle altre con una squadra incapace di andare a segno e che probabilmente non ha ancora compreso che il blasone non basta a vincere match e campionati.

Un copione che sembra ricalcare quanto accadde due anni fa in Serie A e la scorsa stagione in Cadetteria dove si attendeva un cambio di rotta capace di aggiustare la situazione. Un’inversione di tendenza che – nel massimo campionato – arrivò in ritardo e lo scorso anno fu viziata da episodi finiti sotto la lente di ingrandimento della giustizia.

L’arrivo di Francesco Moriero, giunto a Torre del Grifo per sostituire Pippo Pancaro, non ancora prodotto punti. Per carità, si tratta solo di una partita ma lo spettro di rimanere risucchiati in un vortice (mentale) aleggia su tutto.

Ora si dirà che la prossima è l’ultima chiamata, un tormentone a cui ci si è abituati: sono cambiati attori e teatri a differenza di quel vecchio Cibali che in tre anni ha ospitato campioni del mondo, eroi in declino e giovanotti di belle speranze. Ah, se potesse parlare il prato del Massimino…